Quell’odore che fa gola alle zanzare È UNA QUESTIONE GENETICA E CON L’ETÀ IL DOLORE DIMINUISCE
C’è chi è più predisposto e chi studia rimedi ad personam. Evitarle del tutto non si può, ecco allora alcuni consigli
Sono uno dei pochi nei delle vacanze estive. Le zanzare, con il loro insistente ronzio e le punture fastidiose, sono fra gli “effetti collaterali” più sgraditi della bella stagione. Per alcuni, una condanna certa a grattarsi: uno studio recente della London School of Hygiene and Tropical Medicine ha confermato i sospetti di chi teme di essere un bersaglio privilegiato, dimostrando che esiste una predisposizione genetica a essere punti. Chi ha la sfortuna di avere i geni “sbagliati” emana infatti un odore particolarmente gradito alle zanzare e finisce per attrarle come una calamita. Gli scienziati ipotizzano di correggere in futuro l’aroma della pelle usando fragranze anti- zanzara studiate ad hoc per ciascuno, ma è meglio non farsi illusioni: il fiuto per la preda è solo uno dei modi con cui questi insetti individuano le loro vittime. « A una distanza fra dieci e cinquanta metri annusano gli odori che emaniamo e l’anidride carbonica che emettiamo respirando e si dirigono verso la meta; fra cinque e quindici metri cominciano a vederci, poi sono guidate dal calore del corpo. La loro strategia per procurarsi il cibo è molto raffinata » , ha spiegato Michael Dickinson del California Institute of Technology sulle pagine di Current Biology nelle scorse settimane, dopo aver analizzato in dettaglio il comportamento delle zanzare in cerca di cibo. Sfuggire alle punture quindi è un’impresa, anche perché eliminare dal balcone o dal giardino i ristagni d’acqua ideali per lo sviluppo delle larve è meritorio, ma non garantisce granché visto che alcune specie possono volare fino a dieci o venti chilometri di distanza dal luogo dove depongono le uova. Ingannarle con citronella o basilico non sempre funziona, alcuni repellenti da spalmare o spruzzare sulla pelle sono efficaci ( però interagiscono con gli odori cutanei, per cui talvolta il “mix” che ne deriva non protegge o quasi) ma si tratta pur sempre di sostanze chimiche di cui non è certa la tossicità a lungo termine, per cui vanno usati con parsimonia negli adulti ed evitati nei bambini. Le zanzariere alle finestre o attorno al letto sono il metodo migliore per proteggersi ma bisogna essere onesti: da qui alla fine dell’estate verremo punti quasi certamente almeno una volta, magari dalla temuta zanzara tigre in grado di farlo perfino attraverso i vestiti. Come ridurre i fastidi? ¢ Il miglior rimedio è applicare un gel astringente a base di cloruro di alluminio: non è un farmaco, possono usarlo anche i bambini e ha effetti immediati antinfiammatori e anti- prurito, in più è antisettico e riduce il rischio che la puntura si infetti. ¢ No invece all’ammoniaca, è una sostanza irritante e soprattutto sulle pelli delicate può provocare piccole ustioni. ¢ I rimedi casalinghi come ghiaccio, limone, cipolla o aceto sono inutili o perfino dannosi. Il ghiaccio ad esempio anestetizza un po’, ma se si è ipersensibili alle punture lascia il tempo che trova; il limone è astringente, ma se poi ci si espone al sole si possono avere
reazioni di fotosensibilizzazione. ¢ Non usare pomate a base di antistaminici e cortisone. I primi hanno scarsa azione locale e sono fotosensibilizzanti, il secondo agisce dopo almeno mezz’ora quando spesso la reazione infiammatoria è passata e non c’è più prurito, inoltre abbassa le difese cutanee aumentando il rischio di infezione locale. ¢ Crescendo, la cute si abitua alle zanzare e le reazioni esagerate tipiche della prima infanzia si riducono: una risposta eccessiva alle punture con pomfi evidenti ed eritema resta in circa un adulto su dieci, in genere persone con dermatite atopica e pelle molto sensibile. ¢ I fastidi spariscono sempre nel giro di un giorno o due, anche in chi è allergico o ipersensibile alle zanzare: l’importante è non grattarsi, per non ledere la pelle e infettare la puntura. ¢ Meglio non farsi pungere, ma quando accade niente panico. È vero che le zanzare sono fra i vettori più efficienti di malattie ( la malaria su tutte, nei luoghi dove è endemica, ma anche il virus del Nilo occidentale o il chikungunya, di cui si sono avuti piccoli focolai nel nostro Paese), ma in Italia la probabilità che trasmettano un’infezione grave, pure se non è da escludere, è modesta.