I cervi cinesi salvati dal frate
Chiusi nel parco imperiale, sono spiati dal missionario e mandati in Francia
Il cervo di padre David ( Elaphurus davidianus) è uno splendido animale, così come affascinante è la figura di quel padre David ( 18261900) che gli ha dato il nome e che per sempre sarà ricordato per averlo avventurosamente scoperto. Non visto, si arrampicava su un’antica muraglia di cinta d’un grande parco imperiale e, rischiando fortemente, stava acquattato a spiare. Siamo in Cina, dalle parti di Pechino, nella seconda metà dell’Ottocento. Padre David era un missionario e naturalista francese, frate lazzarista, insegnante nel collegio della Missione di Savona. Divenne un esploratore famoso del Celeste Impero, collaborando con numerosi musei europei. Si issò più volte, su quella muraglia, finchè non li vide quei cervi bellissimi. Erano selvaggina riservata agli Imperatori che avevano esclusiva licenza di abbatterli. E il muro era pattugliato da temibili guardie tartare lungo tutto il confine della riserva. E, per chi trasgrediva c’era la pena di morte. Ma padre David non ci pensò nem- meno a desistere finchè, appunto, non li vide, quegli ungulati maestosi che, a ragione, gli sembrarono unici e ancora sconosciuti alla scienza. E, tanto brigò, che riuscì infine a corrompere qualche guardia e a procurarsi due pelli di cervo, che furono subito spedite a Parigi.
Pochi superstiti. Quel cervo effettivamente fino ad allora sconosciuto, stimolò la curiosità, il desiderio di approfondirne la conoscenza e di possesso da parte dei naturalisti. Iniziarono forti pressioni sugli Imperatori che infine cedettero e inviarono qualche esemplare prima in Francia e poi in Inghilterra dove si acclimatarono e si riprodussero. Ora sono centinaia gli esemplari sparsi negli zoo di tutto il mondo. Quel trasferimento si rivelò poi una gran fortuna perché pochissimi anni dopo un’alluvione sconvolse l’area del parco imperiale. Molti cervi morirono e i superstiti, fuggiti attraverso l’antica muraglia, vennero catturati e mangiati dagli affamati contadini cinesi.