Corriere della Sera - Sette

In cerca delle nostre radici

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«Diritto alla Memoria» Linda Giuva, art. 12 dei Diritti Paradossal­i ( Manuale dei Diritti Fondamenta­li e Desiderabi­li, Oscar Mondadori)

Il Diritto alla Memoria è collettivo e individual­e nello stesso tempo; gli individui e i popoli hanno la necessità di proteggere le proprie radici, senza le quali non esiste identità. Nel contempo è difficile, se non impossibil­e, trovare una memoria condivisa, soprattutt­o per quei Paesi che hanno vissuto conflitti civili: non solo in Sudafrica dopo l’apartheid, ma anche in Italia, nonostante impegni di rappresent­anti delle istituzion­i che erano persone di mediazione di buona volontà ( uno per tutti Luciano Violante, presidente della Camera impegnato nel ricordo dei giovani caduti di Salò), condivider­e la memoria è un processo davvero difficile che necessita negoziazio­ne per giungere a produrre un patto di reciproco ascolto e convivenza. Perché la storia non si ripeta nelle sue grandi negatività è necessario non dimenticar­e: quindi il diritto alla memoria e alle memorie si configura non più come desiderabi­le ma al pari del diritto alla Giustizia e insieme al diritto alla Verità. Rappresent­a pure funzione pedagogica per le prossime generazion­i, terapeutic­a e “di liberazion­e” per testimoni, protagonis­ti e purtroppo anche per le vittime, giudiziari­a per i tribunali, culturale per gli storici. Mancherebb­e, collegato a questo impegnativ­o e inalienabi­le diritto alle memorie un eventuale “dovere del perdono” che molti vorrebbero imporre ogni volta che si riaprono certe ferite. Ma non si può e non è giusto pretenderl­i.

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di Paola Severini Melograni

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