Signore e signori, salviamo Treviso
Il bar che ha fatto pagare a due clienti anche l’acqua per il cane ha un nome ispirato al film di Germi. E da lì bisogna ripartire
ATreviso c’è bisogno di un nuovo Pietro Germi, del ragionier Bisigato, di don Schiavon, dell’algida e calcolatrice Ippolita… Che succede a Treviso? Perché la città ha urgente necessità di essere rivoltata come un guanto, con ironia e sarcasmo, come solo sapeva fare certo nostro cinema? Intanto c’è stato il caso della ciotolina d’acqua per dissetare il cane. Ricordate? Il centralissimo bar “Signore e Signori” in piazza a Treviso, ha fatto pagare 30 centesimi un po’ di acqua data a un cagnolino. La foto dello scontrino “incriminato” è stata subito postata su Facebook ed è diventata virale, trascinandosi dietro la rabbia e l’indignazione di tutti quelli che amano i cani. E il bar è finito nel mirino di insulti e minacce. Come hanno riportato molti giornali, una coppia di trevigiani seduti ai tavoli del bar per uno spritz, nella torrida domenica pomeriggio aveva chiesto ai gestori del locale “Signore e Signori” di poter dissetare il loro cucciolo. Ma al momento del conto, quella ciotola d’acqua per l’amico a quattro zampe se la sono ritrovata sullo scontrino alla voce “acqua cane”. Al di là delle polemiche, al di là della pessima figura che ha fatto il locale, nessuno ha notato che il bar prende il nome proprio dal celebre film di Pietro Germi, guarda caso ambientato a Treviso. Ricordate? Quattro vitelloni vengono accusati di aver messo incinta una minorenne: il processo verrà messo a tacere con l’aiuto delle autorità religiose del paese. A una festa un uomo riesce a sedurre la moglie di un amico facendogli credere di soffrire d’impotenza. L’amore clandestino tra un uomo sposato e una giovane cassiera sarà stroncato per salvaguardare l’unione coniugale… Che meraviglioso ritratto di città di provincia! Che intelligenza nel capire l’altra faccia della città!
AFFIDIAMOCI ALL’IRONIA. Ma, signore e signori, non è finita. Le proteste dei cittadini di Quinto di Treviso, scesi in strada giovedì scorso per bruciare i materassi e gli arredi destinati ai 101 profughi sistemati negli appartamenti sfitti di un residence, sono costate il posto al Prefetto Maria Augusta Marrosu. La decisione della rimozione del Prefetto è stata concordata nel corso di un colloquio a Palazzo Chigi tra il premier Matteo Renzi e il ministro dell’interno Angelino Alfano. Di fronte al clima incandescente creatosi davanti al residence trevigiano, infatti, la prima reazione della Prefettura era stata dura. Poi, però sotto la pressione dei sindaci trevigiani e del governatore Zaia è stato deciso il loro trasferimento nella ex caserma “Serena”, vicino a Casier ( Treviso), dove si trovano tuttora. Ecco perché ci vorrebbero ancora Pietro Germi, gli sceneggiatori Luciano Vincenzoni, Age & Scarpelli ( pare ci fosse anche lo zampino di Ennio Flaiano). L’unica imparzialità su cui fare affidamento, anche dal punto di vista sociologico, è l’ironia.