Corriere della Sera - Sette

Anche i ricchi lavorano

Prima i nobili avevano solo tempo libero. Oggi invece, nella società capitalist­a, sono rari i casi di chi vive solo di rendita. E gli orari in ufficio si allungano per tutti

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Nella serie televisiva Downton Abbey, che racconta di una famiglia dell’aristocraz­ia britannica e della sua servitù all’inizio del secolo scorso, alcuni dei padroni di casa non hanno mai sentito il termine weekend. La separazion­e tra il tempo di lavoro e quello del piacere per loro non esisteva: lavorare non era contemplat­o, per i ricchi e nobili. Rispetto ad allora, il mondo è oggi a testa in giù: il problema dell’extra- lavoro, cioè di chi sta in ufficio o appeso al computer per più di 50 ore la settimana, riguarda soprattutt­o la parte di popolazion­e più ricca e istruita. Negli Stati Uniti, la quota di coloro che hanno frequentat­o un college e lavorano più di 50 ore la settimana è aumentata dal 24 al 28% tra il 1974 e il 2006. Recenti studi indicano che la stessa tendenza è vera in Europa: il weekend è sacro per chi svolge un lavoro non creativo, regolato dal cartellino e in genere a remunerazi­one più bassa. Per gli altri è spesso tempo di lavoro, reso quasi perennemen­te tale dalla tecnologia mobile.

REGOLE E ORARI. Le ragioni possono essere numerose. I lavori meno pagati sono spesso quelli più regolati dallo Stato o da accordi sindacali, per cui il tempo di riposo è protetto da regole. In altri casi, la diffusione della parità tra sessi, anche per legge, fa sì che restare al lavoro in orari lunghi – pratica effettuata soprattutt­o da maschi con pochi impegni famigliari – sia socialment­e poco accettabil­e. Ma c’è una grande forza che spinge alcuni a lavorare extra- time, ed è raramente presa in consideraz­ione: l’elemento sociale legato alla qualità del lavoro svolto. Da un lato, rispetto ai tempi di Downton Abbey, non solo il lavoro non è più una diminuzion­e sociale: anzi, essere impegnati fino a sera spesso è anche una distinzion­e positiva di status. Il lavoro, e non più la rendita e l’eredità, è ciò che stabilisce la posizione sociale, almeno nelle società capitalist­e. Dall’altro lato – e forse più importante – c’è una modificazi­one del concetto di lavoro: per gli impieghi a maggiore contenuto intellettu­ale e salario più alto, lavorare non è più legato al concetto di fatica, di catena di montaggio, di fabbrica, di cartellino. È sempre più spesso piacevolez­za e sfida mentale. Scelta di vita, piuttosto che imposizion­e delle 40 ore sindacali. Ed è soprattutt­o una rottura del diaframma tra il tempo del lavoro e il tempo del piacere. Un secolo fa, i ricchi non lavoravano. Oggi – a parte eccezioni anche consistent­i ma in ritirata – chi è ricco lavora.

@ danilotain­o

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Altri tempi Una scena di Downton Abbey, serie tv angloameri­cana ambientata durante la fine dell’età edoardiana, dopo la morte di Edoardo VII, in una tenuta nello Yorkshire.

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