Corriere della Sera - Sette

Troppo ignoranti/2

La bufala del marocchino violentato­re e del padre vendicator­e conferma che molti non sanno nulla ma credono a tutto

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Il ragazzo appare sicuro: « Ha visto cos’è successo a Catania? » . No, non ho visto cos’è successo a Catania. « Un immigrato nigeriano, o forse era marocchino, ha violentato una bambina di nove anni. Il padre s’è vendicato, gli ha tagliato i testicoli, e lo schifoso è morto soffocato. Ora però il padre l’hanno arrestato » . Una storia orribile, però in effetti una storia: strano che i giornali non ne abbiano parlato. Il ragazzo non solo non ha mai aperto un giornale, ma è cresciuto con la convinzion­e che i giornali siano tecnologic­amente al livello dei dagherroti­pi e culturalme­nte al servizio di oscuri poteri che governano l’universo dandosi appuntamen­to in qualche località termale svizzera due volte l’anno. No, i giornali non l’hanno scritto; “però l’ho letto su Facebook”. Come se Facebook fosse un’entità astratta, e non una cassetta postale dove trovi quel che vogliono farti trovare ( tutta la rivoluzion­e digitale e buona parte delle start- up è basata su due principi base: un sistema che connette tra loro i computer e/o i telefonini, non importa se per scambiarsi foto, video, lettere o cinguettii; e un altro che grazie al satellite ti dice dove sta la persona che ha bisogno del servizio – passaggio in auto, dog sitter, bicicletta da condivider­e, sushi a domicilio – che tu puoi offrire).

BUONTEMPON­I.

Ci si mette un attimo ad andare su Google e digitare “marocchino catania” e trovare che la storia è una bufala, smentita dalla rete stessa. Qualche buontempon­e l’ha pubblicata su qualche sito, da cui navigatori indignati o commossi l’hanno postata twittata linkata. Molti di voi non ne hanno sentito parlare, e quindi vi parrà poco importante. Molti altri tra voi la sanno già, e quindi vi sembra una vicenda superata. Credo però che valga la pena tornarci su. Ci siamo già detti quanto le giovani generazion­i siano troppo ignoranti sul passato. Certo, non si può generalizz­are, ci sono molti ragazzi in gamba, e quasi tutti sono molto più in gamba di noi alla loro età in molti campi. Ma non è possibile che su 300 ragazzi all’ultimo anno del liceo neppure uno avesse mai sentito nominare le Fosse Ardeatine. Perché se non conosci il passato, se non sai chi sei, se ignori le tue radici, la tua memoria, i tuoi valori, allora potrai anche andare in Australia e imparare l’inglese meglio dell’italiano, ma sarai sempre solo e fragile nel mondo globale. Non a caso uno dei 300 alla fine è venuto a dirmi che lui è per il relativism­o, che per i cannibali mangiare carne umana è cosa buona e giusta, come per gli arabi sposare quattro donne; invece no, se un arabo vuol venire in Italia non può sposare quattro donne, perché tra i nostri valori c’è la parità tra uomo e donna, e non è calata dal cielo, non ce l’ha regalata nessuno: le donne conquistan­o la capacità giuridica appena nel 1919, dopo aver mandato avanti il Paese durante la Grande Guerra, e il diritto di voto appena nel 1946, dopo aver contribuit­o con la Resistenza all’avvento della libertà e della democrazia. La colpa non è mai soltanto di colui che non sa, è anche di chi avrebbe dovuto informarlo: le famiglie, la scuola, i media. Ma è fondamenta­le che i ragazzi capiscano che devono studiare di più, formarsi meglio; chi li induce a credere il contrario si fa voler bene, ma non fa il loro bene. Non è meno grave, però, l’ignoranza del presente. Così come sarebbe bastato – appreso che il presidente Mattarella appena eletto era andato alle Ardeatine – digitare la parola su Google per saperne di più, allo stesso modo era Google, o comunque la rete stessa, a smentire la sanguinosa frottola che la rete aveva propalato. Se la storia del marocchino stupratore e del padre vendicator­e ha avuto tanto successo, è perché questa storia all’evidenza ha incontrato un sentimento popolare: la paura dell’immigrato, l’indignazio­ne per le violenze sessuali, il fascino della giustizia sommaria, la rabbia per l’ignavia dello Stato. Sono tutti sentimenti diffusi, e non privi di giustifica­zione: il flusso migratorio è insostenib­ile, oltre che gestito male; purtroppo alcune violenze sessuali sono commesse da immigrati ( ma anche da uomini dello Stato, come nell’orrendo caso romano della notte del 29 giugno); la tentazione della vendetta privata l’abbiamo sentita un po’ tutti, di fronte all’incapacità dello Stato di fare giustizia. Eppure tutto questo ha generato una storia falsa, fuorviante, che ha potuto circolare solo in un Paese in cui troppe persone non sanno quasi nulla e credono a quasi tutto.

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L’importanza di conoscere il passato Non è possibile che, su 300 ragazzi all’ultimo anno del liceo, neppure uno avesse mai sentito nominare le Fosse Ardeatine.

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