Corriere della Sera - Sette

Sognando l’amore vero

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Caro amore, per niente di meno che te/ avrei interrotto questo felice sogno;/ era un tema/ per la ragione, troppo forte per la fantasia,/ perciò saggiament­e mi hai svegliato; tuttavia/ il mio sogno non l’hai interrotto, ma continuato./ Tanto tu sei verità, che bastan pensieri di te/ per fare i sogni verità e le favole storie vere;/ entra tra queste braccia, poiché se hai creduto meglio/ che non sognassi tutto il mio sogno, mettiamo in atto il resto

Tra le poesie d’amore, Il sogno di John Donne occupa un posto speciale. Mentre il modello più diffuso, nella lirica occidental­e, si fonda sul disperato tentativo dell’amante di afferrare un’amata irraggiung­ibile, qui, al contrario, l’eros si traduce in un’appassiona­ta fusione dei corpi. L’innamorato sogna la sua donna e lei gli si materializ­za a fianco: « Caro amore, per niente di meno che te/ avrei interrotto questo felice sogno;/ era un tema/ per la ragione, troppo forte per la fantasia,/ perciò saggiament­e mi hai svegliato » . L’amata, col suo apparire, trasforma la fantasia in realtà, i sogni in verità e le favole in storie vere ( « Tanto tu sei verità, che bastan pensieri di te/ per fare i sogni verità e le favole storie vere » ) . Interrompe il sogno per consumare, fino in fondo, l’amplesso immaginato ( « entra tra queste braccia, poiché se hai creduto meglio/ che non sognassi tutto il mio sogno, mettiamo in atto il resto » ) . E lo fa, leggendo i pensieri dell’amante ( « ma quando ho visto che vedevi il mio cuore/ e sapevi i miei pensieri, ben oltre l’arte di un angelo » ) e comparendo un momento prima della gioia dell’orgasmo ( « quando hai saputo cosa sognavo, quando hai saputo quando/ l’eccesso di gioia mi avrebbe svegliato, e sei venuta allora » ) . Ma improvvisa­mente, quando la donna si allontana per ritornare nel sogno ( « Il tuo venire e restare han mostrato te, te,/ ma l’alzarti mi fa dubitare che ora tu non sia più tu » ) , l’amante capisce il gioco della seduzione fondato sull’andare e il venire. Il desiderio si accende come una torcia ( « Forse, come le torce, che devono essere pronte,/ vengono accese e spente, così tu fai con me;/ sei venuta ad attizzare, te ne vai per venire;/ sognerò dunque quella speranza ancora, ché altrimenti morirei » ) . E per esser mantenuto vivo la sola realtà, talvolta, non basta: c’è anche bisogno dell’immaginazi­one.

 ??  ?? John Donne (1572-1631), Il sogno, in Poesie a cura e con traduzione di Alessandro Serpieri e Silvia Bigliazzi, testo inglese a fronte, Rizzoli, p. 269.
John Donne (1572-1631), Il sogno, in Poesie a cura e con traduzione di Alessandro Serpieri e Silvia Bigliazzi, testo inglese a fronte, Rizzoli, p. 269.

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