La femmina Dindi
Gentile Maria Laura, sulla femmina Dindi (la “dico non dico” che mi aveva nascosto una relazione pluriennale) lei ha toppato; ma non gliene faccio una colpa, visto che si tratta dello stesso errore in cui siamo caduti io ed alcune consulenti con cui si era discusso della cosa prima di farne un case study internazionale degno della sua rubrica. Tutti noi pensammo che fosse lella - vi erano numerosi indizi; la femmina in questione ha un flavour mannish, come dicono quelli che hanno studiato - ed io per primo. Perché essere rifiutato da una lella rientra nell’ordine naturale delle cose e non ti mette in competizione con il maschio alfa. Invece no. La signora in questione è etero. Però il suo compagno - di cui mi ha pregato di non chiederle nulla, reputando perfettamente normale non parlarne mai e far finta che non esista - è chiaramente metrosexual, come si è scoperto grazie a qualche sotterfugio comunque rispettoso della pràivasi. Che io non piaccia a questa Dindi sarà anche possibile, ma resta il mistero - su cui si discetta da mesi nei tinelli chic che frequento di solito - sul perché del suo silenzio e delle sue attenzioni per me. Che le costava dire il vero?
Ma cosa è verità, cosa illusione.
Terapia consigliata. Ritiri con soddisfazione il premio per la Lettera Chiarificatrice. Grazie a quel tot di maschia aggressività nell’incipit che sfugge all’autore. Il quale poi si propone come maschio beta vittimizzato. Il quale poi si lambicca - per fortuna, non in dolorosa solitudine, con molti amici nei tinelli chic - sul perché di certi atteggiamenti femminili. Il perché mi pare uno solo. Tu hai incontrato Dindi e hai subito tentato di circuirla dicendole che aveva torto e facendola sentire cretina. La Dindi, che non lo è e come molte donne sensibili non reagisce subito, interviene in seguito. Magari intenzionalmente, magari incosciamente. Insomma, ti sta prendendo per il naso per vendicarsi, e fa bene. Ps. Non usare il termine “metrosexual”, neanche per il tuo peggior nemico.