Corriere della Sera - Sette

I narcos contro i giaguari

I trafficant­i di droga, per fare scalo, devastano le foreste. E decimano i felini

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Il narcotraff­ico è la principale causa della devastazio­ne ambientale in Centroamer­ica, con effetti a catena sulla foresta pluviale e sul suo habitat. La quasi scomparsa del giaguaro dall’Honduras e dal Guatemala ne è un esempio. Una interessan­te inchiesta di GlobalPost, giornale online molto attento alle questioni ambientali, ha analizzato una ricaduta poco nota del gigantesco traffico di cocaina dal Sud verso il Nordameric­a, che avviene lungo i piccoli Stati attorno all’istmo. Secondo il governo Usa, nel 2012 il 75 per cento dei voli dei trafficant­i ha fatto almeno uno scalo clandestin­o in Honduras. I narcos che agiscono nella regione hanno due obiettivi: aprirsi spazi in aree remote, lontane dai controlli delle forze dell’ordine, soprattutt­o per costruire piste adatte ai piccoli velivoli, e poi riciclare il denaro che guadagnano. Entrambe le azioni aggredisco­no la foresta. Il grosso del reinvestim­ento del denaro sporco avviene difatti nell’allevament­o di bestiame, un business assai lucrativo grazie alla forte domanda di carne del vicino Messico. Le Ong ambientali­ste in Honduras offrono come esempio la quasi estinzione del giaguaro, un felino che ha bisogno di varie decine di chilometri di territorio proprio. Secondo alcune stime nel Paese ne è rimasta una popolazion­e di due per ogni cento chilometri quadrati, un quinto che in Belize, dove l’azione dei narcos è meno intensa. In Guatemala l’aggression­e si è concentrat­a sull’area di Peten, una regione di foresta e savana quasi incontamin­ata fino a dieci anni fa, e che ora è stata riconverti­ta in parte per la produzione di olio di palma. I capitali sporchi hanno inoltre un enorme potere corruttore e permettono ai narcos di accaparrar­si terre vergini e tenerle alla larga dai controlli.

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