Corriere della Sera - Sette

Atene, il limbo dei migranti

La crisi diminuisce il movimento di navi e camion. E i rifugiati restano bloccati

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Quarantatr­é famiglie vivono sotto tende improvvisa­te nel parco Pedion, nel centro di Atene. Non sono greci messi in ginocchio dalla crisi, ma profughi. Duecentodu­e persone, 103 sono bambini. Altre centinaia di migranti come loro, e come loro in prevalenza siriani, stazionano in luoghi diversi della città, soprattutt­o in edifici abbandonat­i nelle aree intorno al porto. Quasi tutti i rifugiati aspettano una barca, un camion, un mezzo di trasporto qualsiasi che li porti verso altre destinazio­ni europee, soprattutt­o in Italia, teoricamen­te il Paese più vicino e raggiungib­ile. Ma solo teoricamen­te, perché la crisi greca ha avuto anche l’effetto di rallentare traffici e commerci, così di barche e camion in partenza per l’agognato altrove ce ne sono sempre di meno. Mentre più numerosi e severi sono i controlli che la polizia greca mette in atto sulle banchine e lungo i percorsi che portano alle frontiere. Il risultato è che sempre più rifugiati affollano la capitale, e le associazio­ni umanitarie, con quel che sta passando l’intero Paese, faticano a farsi carico di queste persone. Molti migranti sono entrati in Grecia con barche che li hanno scaricati sulle coste di qualche isola, altri sono arrivati nascosti in Tir provenient­i dalla Turchia. Il giornale on line greekrepor­ter.com riporta il caso di 110 siriani scoperti a fine luglio dentro un camion che aveva appena passato il confine a Nord e fa i conti del business dei trafficant­i di esseri umani: ciascun migrante aveva pagato l’equivalent­e di 1.800 euro per il passaggio clandestin­o, un affare da quasi 200 mila euro a viaggio. Un calcolo che fa supporre che difficilme­nte il traffico in entrata si fermerà. Mentre quello in uscita, come ammette lo stesso direttore del porto Tryfon Korontzis, è fortemente rallentato. Lasciando migliaia di persone a vivere in un limbo dove hanno faticato a entrare e da dove non riescono a uscire. E creando un problema in più per la Grecia.

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