Bambini da tutelare e ascoltare
Itre punti che la Carta Ue dedica ai Diritti del Bambino parlano di diritti a protezione e cure, a intraprendere relazioni e mantenere contatti con i genitori, a esprimere opinioni ( che dai governi e dalle istituzioni in genere devono essere prese in considerazione sulle questioni che li riguardano in funzione della loro età e della loro maturità) e stabiliscono che, in definitiva, il “diritto dei diritti” per un minore è: « L’interesse del bambino deve essere considerato preminente » . Prima della Carta Ue, addirittura nel 1924 ( dopo la macelleria della Grande Guerra, che colpì in particolare l’infanzia), a Ginevra, fu varata la Carta dei Diritti del Fanciullo dalla Società delle Nazioni; molti anni dopo, siamo nel 1989, divennero patrimonio degli Stati i 10 punti della Convenzione dei Diritti dell’Infanzia, nei quali, in modo più esteso ma sostanzialmente simile, si ribadisce quali siano i diritti che spettano a tutti i bambini del mondo, precisando che tutti i minori - ovunque siano nati - hanno gli stessi diritti. Lo scorso giugno ci ha lasciati una paladina italiana dei diritti del bambino: Cristina Mondadori Formenton, che ha dedicato la sua vita per far sì che i piccoli con meno possibilità comunicative di tutti quanti, ossia quelli handicappati, che non riescono a comunicare, potessero avere la possibilità di andare oltre le loro difficoltà, verso l’espressione completa dei propri diritti di persona. Lo ha fatto attraverso la creazione e la gestione del Centro Benedetta d’Intino: dimostrando con il suo lavoro di eccellenza scientifica che alle buone intenzioni devono seguire i fatti.