Gonzaga, squadra imbattibile
«Con loro», ricorda Roberto Boninsegna, «si potrebbe vincere anche oggi la Coppa dei campioni dell’arte»
Caro mio, non ci sono più le famiglie di una volta » . « No, guardi che le sto parlando come un cittadino di Mantova, e non come ex calciatore. E il mio riferimento era alla famiglia dei Gonzaga, che ha governato questa mia città per quattro secoli raggiungendo il maggiore splendore nel Rinascimento, con Francesco II che sposa Isabella d’Este e congiunge così due città- gioiello come Mantova e Ferrara, non a caso inserite nella lista dei patrimoni dell’Umanità dell’Unesco. Con i Gonzaga nascono meraviglie architettoniche che a distanza di secoli mantengono intatta la loro capacità di attrazione. Cito per tutte il Palazzo Ducale ( reggia che, per estensione dei tetti, è la seconda in Europa superata solo dal Vaticano) e il Palazzo Te, fatto erigere nel 1525 a opera di Giulio Romano. Con loro le nostre terre mantennero un ruolo di primo piano nel mosaico politico italiano ed europeo, grazie ad ambasciatori eccellenti e a un’abile strategia matrimoniale » .
Potenti nelle corti, nei letti e anche nella Chiesa: la famiglia dei Gonzaga diede i natali a un santo, a 14 cardinali e a 13 vescovi.
« È mancato solo di avere un figlio Papa. Ma non è per il potere politico accumulato che io segnalo Francesco II e la sua squadra. È per il loro mecenatismo. Perché la loro fama fu, ed è, legata al fatto di aver promosso, per diverse generazioni, la vita artistica e culturale al più alto livello. La loro collezione artistica ( detta la “Celeste Galeria”) era celeberrima, comprendeva opere degli artisti più rinomati del Rinascimento e dell’Età Barocca: Pisanello, Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna, Giulio Romano... Con una squadra così si vince la Coppa dei campioni dell’arte europea. Sostennero anche molte grandi opere letterarie e di musica. Insomma, avrà capito che io mi auguro che oggi in Italia ci siano famiglie facoltose e mecenati disposti a investire nella bellezza e nella cultura, in opere capaci di affascinare anche i curiosi delle prossime generazioni » . È anche conveniente dal punto di vista fiscale: con il recente Art Bonus si può detrarre il 65 per cento delle donazioni a favore di interventi, protezioni e restauri dei beni culturali. « Certo, e ha fatto bene il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini a sottolineare che ora i privati non hanno più alibi. E a Mantova guardiamo con maggiore interesse a quelle norme: il sindaco ha chiesto al ministro di inserire Mantova tra le cinque città pilota che il ministero sta individuando per lanciare in grande stile Art Bonus, in modo da restaurare in primis il Teatro Bibiena » .