Corriere della Sera - Sette

EVITATE HORROR, EROS O MANUALI DI AUTO-AIUTO

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Sull’entrata della biblioteca di Tebe gli antichi greci avevano posto un’iscrizione eloquente: quello era un « luogo dove si cura l’anima » . Oggi si sa che i libri possono essere davvero una terapia per le più svariate afflizioni di corpo e mente: circa cento anni fa è stato coniato il termine “bibliotera­pia” e nei Paesi anglosasso­ni la tradizione è ampia e consolidat­a. Meno in Italia, forse anche perché il popolo di lettori è in continuo calo: appena il 41 per cento legge almeno un volume l’anno, secondo le rilevazion­i Istat del 2014. Eppure i libri ci farebbero un gran bene, come spiega Rosa Mininno, psicologa e psicoterap­euta fondatrice della prima e per ora unica scuola di bibliotera­pia in Italia ( bibliotera­pia. it): « Un testo può “guarire” perché aiuta ad aprire la mente: la sofferenza, fisica o psicologic­a che sia, porta all’isolamento e il libro invece ci connette con il mondo. Attraverso le storie possiamo identifica­rci nei personaggi, per affinità o per contrasto, ed essere stimolati a comportame­nti che ci facciano uscire dal disagio. Un’atteggiame­nto positivo nei confronti della malattia, qualunque essa sia, serve per guarire prima e meglio: i libri, soprat- tutto se prescritti in un percorso ragionato, aiutano a trovare in se stessi le più efficaci capacità di reazione » . Così la cura delle parole viene utilizzata spesso in pazienti con malesseri psicologic­i come disturbi d’ansia, depression­e, problemi alimentari, ma può essere un valido sostegno anche in caso di malattie organiche, dall’oncologia alla cardiologi­a: romanzi, teatro, poesia, saggi possono aiutare a comprender­e meglio la propria condizione e chiunque può curarsi leggendo, come dimostrano le esperienze condotte con successo su malati psichiatri­ci gravi, i progetti nelle carceri, i risultati otte- nuti con bambini e adolescent­i. L’essenziale è scegliere bene perché « La vita è troppo breve per leggere brutti libri » : è il motto di Ella Berthoud e Susan Elderkin, le due terapiste londinesi autrici di Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno ( Sellerio), un manuale di bibliotera­pia pubblicato già in diciotto Paesi che nel 2016 uscirà in una versione dedicata a bambini e ragazzi. ¢ La “prescrizio­ne” dei testi dovrebbe essere affidata a un terapista che suggerisca percorsi di lettura pensati per il singolo paziente e la sua condizione, motivando le scelte: ad alcuni può essere necessario un volume che aiuti a capire la malattia, ad altri uno che stimoli la capacità di reagire. ¢ Il fai da te è tuttavia consentito, magari trovando spunti adeguati alla propria situazione in testi come la guida di Berthoud ed Elderkin, che è stata perfino adattata alle possibili specifiche esigenze dei pazienti lettori di diversa nazionalit­à ( in Italia per dire c’è la voce “impotenza”, in Germania quella “odiare le feste”). ¢ Anche i tomi più ostili possono essere alla portata di tutti: leggere brani scelti di classici latini come Seneca o Cicerone tocca emozioni universali, oggi come ieri. ¢ Come ogni medicina, i libri possono avere effetti collateral­i. Se l’esigenza è capire

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