Corriere della Sera - Sette

Nel porto delle nebbie dove si sono perse le navi

A Boretto doveva sorgere lo snodo di tutto il traffico commercial­e del fiume, che avrebbe tolto dall’autostrada tremila Tir all’anno. E nella zona c’è chi punta sul business delle crociere per turisti

- di Marzio G. Mian e Nicola Scevola

Al confine tra le province di Mantova, Parma e Reggio

l Po vuole le sue vittime, dice Massimo Bernardi, ex operaio. « Se ci sono meno annegati è solo perché non c’è ormai quasi più nessuno che viene a nuotare nel Po. Non è questione che è traditore, Lui c’ha bisogno di tirar giù ogni tanto qualcuno, sono le regole » . Siamo nel regno del “Re del Po” a Boretto, la sua reggia è fatta con i legni trascinati dal fiume che s’accumulano sotto il ponte di Viadana: un’opera incastonat­a tra i pioppi grigi e i salici selvatici; a seconda della prospettiv­a e della luce diventa una nave baleniera arenata, nido di argentavis magnificen­s, cioè una sorta di cormorano preistoric­o, oppure riparo per individui selvatici e per ragazzini che riempiono i vuoti ed eterni pomeriggi d’estate tuffandosi nell’acqua verdina; si potrebbe chiamarla installazi­one, e in effetti ricorda la famosa Big Bambù dei fratelli Stern, ma è molto di più, è il castello costruito con le sue mani dal Re del Po, al secolo Alberto Manotti, che oggi non è in reggia, ma a tirare le righe col gesso al campo sportivo. Ci sono invece i ragazzini che si tuffano dalla torre d’avvistamen­to

I

di questo Pequod fluviale, e c’è Massimo, con gli slip rosa, che lavorava alla Smeg di Guastalla, ma ora fa il maestro di musica e suona il clarinetto: « Perché solo in Emilia può capitare che in fabbrica ti permettono di frequentar­e il conservato­rio, il comunismo si è realizzato solo qui in Emilia, da questa parte del Po che è rosso; dall’altra parte, in Lombardia » e punta il dito con dispregio verso la sponda opposta senza guardarla « sono borghesi, bigotti e conformist­i, un altro mondo… » . Compagni sulla riva destra, democristi sulla sinistra: era così ovunque quando anche nel Po scorreva l’ideologia, spesso folklorica, a volte spietata. Dice che al Re del Po porta lo stesso rispetto che riservava a quel tizio che da bambino vedeva circolare con la Guzzi, un quadro attaccato con lo spago sulla schiena, sbeffeggia­to da tutti, veniva da Luzzara e si chiamava Antonio Ligabue. Massimo dice anche che il Po non è mai stato così pulito da decenni.

Stessa spiaggia, stesso fiume. « Sarà perché le grandi città a monte hanno finalmente i depuratori che funzionano, sarà perché c’è la crisi e tante fabbriche sono chiuse… Ma non vediamo più la schiuma e gli argini non sono più infestati di sporte di plastica… Così bello, verde, non lo vedo da 40 anni; peccato che la gente gli ha girato le spalle; fa povero, miserabile, venire al fiume oggi… Non si sposa bene con l’iPhone. Anche i compagni vanno al mare. Questa spiaggia era la nostra Riccione, venivano i Casadei, c’erano gli ombrelloni, le angurie, il sesso… Sì, anche molti morti… Il Re del Po e suo fratello in tanti anni hanno

 ??  ?? Acqua e alberi A sinistra, due ragazzi fanno il bagno vicino al ponte di Boretto. A destra, una coltivazio­ne intensiva di pioppi, nella stessa zona.
Acqua e alberi A sinistra, due ragazzi fanno il bagno vicino al ponte di Boretto. A destra, una coltivazio­ne intensiva di pioppi, nella stessa zona.
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