Moralisti, razzisti, trasformisti
Molti non riescono a riconoscere pubblicamente i motivi egoistici che ne ispirano i comportamenti. Hanno bisogno di trovare giustificazioni altruistiche
Nella ricostruzione del conflitto fra Atene e Sparta, La guerra del Peloponneso, l’ateniese Tucidide identifica quelli che ritiene i tre motivi dominanti del comportamento umano e anche i motivi che guidano le azioni degli Stati e degli imperi: l’interesse, la paura, l’onore. Se riconosciamo che l’onore è il desiderio di essere stimati da coloro il cui giudizio è importante per noi ( il che spiega, fra l’altro, perché le persone aspirino sempre a conquistare uno status sociale elevato), scopriamo che basta guardarsi intorno per riconoscere l’uno o l’altro dei motivi tucididei quali cause dell’agire di tante persone. Osservandole, però, si scopre anche che quelle persone spesso si vergognano di quei motivi: non saranno facilmente disponibili ad ammettere che ciò che li motiva è il desiderio di guadagno oppure la paura degli altri o, ancora, il bisogno di essere stimati dagli altri. Nel primo caso, temono di essere giudicati avidi ( « è uno che pensa solo ai soldi » ) . Nel secondo, temono di essere scambiati per pusillanimi. Nel terzo, infine, temono di passare per vanesi, esseri superficiali che si pavoneggiano, interessati solo al plauso altrui. Per queste ragioni, le persone tendono spesso a nascondere ( a volte anche a se stessi) i veri motivi che ne guidano il comportamento, fabbricano giustificazioni, talvolta anche molto elaborate, che funzionano da cortina fumogena, adducono motivazioni altruistiche per nobilitare le proprie azioni. Vilfredo Pareto chiamava “derivazioni” queste false giustificazioni. Non è sempre questione di ipocrisia: per tanti è difficile riconoscere pubblicamente i motivi egoistici che ne ispirano i comportamenti. Hanno bisogno, anche per sentirsi in pace con se stessi, di trovare giustificazioni altruistiche. Talvolta, però, quest’opera di occultamento può diventare fastidiosa. I più fastidiosi di tutti sono certi moralisti che devono farti continuamente la predica con il distino alzato, che si spacciano per puri spiriti, che devono occultare le loro naturali propensioni egoistiche ( come il desiderio di pavoneggiarsi) dietro la finzione della preoccupazione per il bene comune, che devono fingeremotivazioni nobili per giustificare la loro aggressività verso i veri o presunti ( e, in ogni caso, innocenti fino a una condanna definitiva) corruttori e artefici di altre malefatte. Un’altra categoria assai fastidiosa è quella dei razzisti: nascondono la paura dell’ altro ( chiunque sia: lo straniero, l’avversario politico, eccetera) dietro l’aggressività. Un’altra ancora è composta da certi trasformisti. Hanno cambiato bandiera quando le condizioni esterne sono cambiate ( si pensi, ad esempio, ai comunisti o, prima di loro, ai fascisti), e in ciò non ci sarebbe nulla di male. Il male sta nel fatto che essi spesso non vogliono riconoscere gli sbagli, devono rivendicare coerenze che non hanno ( nel tentativo di difendere l’onorabilità a cui pensano di avere diritto), e si permettono anche di fare la lezione a coloro che non ne hanno affatto bisogno.