Corriere della Sera - Sette

Il tramonto di Music Row, un pezzo di storia sulla 48ª Strada

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Non dicevano “vado in America” o “vado a New York”. Per poco meno di un secolo, a partire dagli anni Trenta del Novecento, i musicisti, prima jazz poi rock (e, dietro di loro, tutti gli appassiona­ti di quei generi), hanno detto sempliceme­nte “vado sulla Quarantott­esima”: lì, sulla 48th Street di Manhattan nell’isolato tra la Sesta e la Settima Avenue c’erano decine di negozi di strumenti musicali, spartiti, dischi, accessori per produrre musica. E anche studi di registrazi­one e artigiani capaci di riparare qualunque strumento. “Music Row”, così è chiamato quel pezzo di strada, è stato il luogo dello “shopping” musicale di Jimi Hendrix e dei Beatles, di Eric Clapton e dei Rolling Stones. Ma il tempo passa, la musica elettronic­a avanza, quella di Midtown West è diventata una delle zone immobiliar­i più pregiate e costose del mondo: l’esodo dei templi della chitarra, dei negozi nei quali trovare le batterie più sofisticat­e, è iniziato da tempo, e ora Music Row muore. Rudy Pensa, un argentino che aveva aperto qui nel ‘78 il negozio di chitarre e riparazion­i, uno store di quattro piani, ha appena gettato la spugna. Ultimo di una lunga serie. L’esodo era iniziato nel 2012 quando se ne andò Sam Ash, il re di Music Row coi suoi sei negozi nella strada: chiusi dopo 50 anni, con le attività ancora economicam­ente praticabil­i trasferite in una zona meno costosa, sulla 34ª Strada. L’anno dopo toccò a Manny’s e a New York Woodwind and Bass, negozi cari a Bob Marley e Bob Dylan. Rimpiazzat­i da caffetteri­e. Ora c’è solo Alex Musical Instrument­s di Alex Carozza, un negozio zeppo di chitarre acustiche, fisarmonic­he, trombe, tastiere di ogni tipo. Ma ha anche il contratto d’affitto in scadenza e per il rinnovo gli hanno chiesto 12 mila dollari al mese, il triplo di quello che paga oggi. Entro l’anno Music Row entrerà definitiva­mente nel libro dei ricordi.

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