Colpi e contraccolpi tra Stoccolma e Mosca che espellono l’uno i funzionari dell’altro
Riguarda la diplomazia, ma ha tutte le caratteristiche di una vera e propria guerra lo scambio di accuse tra Stoccolma e Mosca con la conseguente espulsione di personale delle ambasciate. Ma niente paura. Non più del solito, almeno. Perché non c’è niente di nuovo nei pessimi rapporti che da un anno a questa parte intercorrono tra le due nazioni. L’ultima scaramuccia riguarda appunto il personale diplomatico. Tutto è cominciato qualche settimana fa, quando la Svezia ha espulso un ufficiale dell’ambasciata russa perché ritenuto colpevole di agire in contrasto con il Trattato di Vienna che regola gli ambiti in cui i diplomatici possono operare quando si trovano in un Paese straniero. Quale sia stato il comportamento non adeguato, il ministro degli Esteri svedesi non l’ha specificato. La scorsa settimana, però, è arrivata la risposta di Mosca, che ha espulso un diplomatico svedese definito “persona non grata” e ha attribuito a Stoccolma la responsabilità del degrado delle relazioni tra i due Paesi. Fortunatamente il funzionario espulso da Mosca non era di grado superiore a quello cacciato da Stoccolma, e questo, ha constatato Elena Manli, docente di Studi russi all’Università di Uppsala, nell’articolo pubblicato da The Local, non dovrebbe inasprire ulteriormente le cose. L’episodio segue le esercitazioni di 33mila militari russi nel Mar Baltico lo scorso marzo, lo sconfinamento di due bombardieri russi nello spazio aereo svedese a settembre dello scorso anno e l’avvistamento di sottomarini nelle acque svedesi in un paio di occasioni nelle ultime settimane. Quello che tuttavia colpisce è che a corredo dell’articolo pubblicato sul giornale on line ci siano alcuni interventi di lettori che se la prendono non con i russi, ma con quella che viene definita propaganda della Nato e un’irragionevole ossessione svedese per i sottomarini russi. Un punto di vista sicuramente controcorrente dato che, come hanno dimostrato numerosi sondaggi, la preoccupazione per l’intraprendente vicino di casa dilaga in tutti i Paesi che confinano con la Russia, soprattutto dopo i fatti di Ucraina e Crimea.