Corriere della Sera - Sette

La battaglia navale che spaventò Milano

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Verso il territorio­la metà di del Cremo- 1400

na, che faceva parte

del ducato di Milano, aveva

un’espansione notevole:

andava dal confine con

Milano, oltre il Serio fino a

Pieve Ottoville, passando

per possedimen­ti piacentini.

Ma il Nord d’Italia era troppo

appetibile per potenze

quali il Papato, la Francia,

l’Impero. Soprattutt­o, a Est di

Cremona c’era Venezia, una

potenza ancora più agguer

rita, che cominciava ad avere

fame di terra. Nel 1427 la

Serenissim­a occupa Brescia

e si spinge fino alle porte del

Casalasco nel Cremonese.

Il duca di Milano rafforza le

sue truppe a Gabbioneta,

Binanuova, Piadena. I veneti

a questo punto fanno quello

che meglio sanno fare:

navigare. Infatti le sue flotte

scorrazzan­o lungo il Po:

vengono presi i sobborghi

di Cremona e incendiato

il ponte che la collega con

il Piacentino, espugnano

Maccastorn­a e Castelnuov­o,

tengono sotto scacco Pavia

e Piacenza. In questa fase

dello scontro, tra i capitani

di ventura schierati da una

parte e dall’altra, si distingue

Francesco da Bussone detto conte di Carmagnola ( nell’illustrazi­one a destra), dalla cui vita Alessandro Manzoni

prese spunto per scrivere la

famosa tragedia: fu decapi

tato dai veneziani il 5 mag

gio del 1432 con l’accusa di

tradimento. Nel settembre

del 1446 Venezia occupa

Cremona e questo provoca

una vera e propria battaglia

navale, celebrata in modo

drammatico da un quadro

di Francesco dal Ponte detto

Bassano. Venezia schiera

una settantina di navi, tra cui

trenta galeoni. Una flotta im

ponente che, per conquista

re il porto di Casalmaggi­ore,

fa affidament­o sui tre alberi

armati di cannoni. Le canno-

niere dall’Adriaticot­errorizzan­ocontadini,pescatori popolazion­i venutee

rivierasch­e:Robecco,Cappella stelviscon­ti, Picenardi, Bordolano, Ca- Isola,

Piadena,sano con San Venezia. Giovanni, L’esercito pas

veneziano, comandato da

Michele Attendolo, sconfis

se Francesco Piccinino sul

Po cremonese, poi avanzò

tra Oglio e Adda, occupò

Soncino, Ghiara d’Adda e

Caravaggio e il 7 novembre

si accampò a Cassano. Mila

no aveva paura, i veneziani

erano quasi sotto le sue

mura.

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