Tagliare peli (e capelli) non li rende forti
L’equivoco si deve a un effetto ottico: nelle fasi della ricrescita sembrano più robusti, scuri, larghi. In realtà sono solo più corti
Il mitonasce nel mondoagricolo, dove si nota che potando l’erba si ottiene, lì sì, unrinfoltimento del terreno. Ma in questocasola storia è diversa
Guai a tagliare i peli con il rasoio: cresceranno più grossi di prima. È uno dei “miti” in campo dermatologico- estetico più duri a morire. Diversi studi lo hanno già smentito in modo scientifico e definitivo ormai da decenni ma non c’è niente da fare. La convinzione è radicata, forse perché ciò che si osserva guardando ( superficialmente) la pelle dopo una rasatura sembra smentire qualunque “smentita”. C’è poco da dire: è vero che, quando si taglia un pelo, nelle prime fasi della sua ricrescita poi sembra più robusto, più scuro e più “largo”. Sembra, appunto. In realtà, però, è solo più corto. Quando il pelo è lungo, infatti, potrebbe essere paragonato per la forma a una matita appuntita, mentre nelle prime fasi della ricrescita assomiglia di più a una matita tronca, quindi è meno flessibile e appare più “largo” visto da sopra, un fenomeno che è responsabile dell’effetto di maggior spessore, “colore scuro” e “occupazione di spazio” sulla cute. « Il pelo che noi vediamo e tocchiamo è soltanto un accumulo di cellule di cheratina, una struttura priva di vita » , spiega il professor Antonino Di Pietro, direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano, « quindi se lo tagliamo non inneschiamo nessuna trasmissione di tipo ormonale o nervosa verso i tessuti sottostanti, e quindi non produciamo nessuna stimolazione che attivi in qualche modo il bulbo pilifero, cioè la struttura che “crea” il pelo » .
Effetto “matita tronca”. Non siamo convinti? Magari queste stimolazioni ci sono davvero e la supponente scienza non le ha ancora scoperte? Allora facciamoci una domanda: perché chi è calvo non può risolvere una volta per tutte il suo problema ( sempre che lo sia) radendosi ogni giorno la testa? E perché un uomo che si fa la barba tutti i giorni più o meno dalla pubertà non ha al posto della faccia una specie di foresta di querce bonsai? « Gli esempi potrebbero continuare » , aggiunge Di Pietro, « lo stesso ragionamento dovrebbe valere infatti anche per le unghie, che sono strutture di cheratina proprio come i capelli: se ogni volta che le tagliamo dovessero crescere più lunghe e più forti sarebbe un bel problema anche solo stringere la mano a un amico oppure calzare un paio di scarpe » . Se sposiamo la tesi del “rinfoltimento” poi dovremmo anche ammettere che tagliare i peli faccia aumentare il numero di bulbi piliferi, dal semplice passaggio di un rasoio sulla pelle, e non si vede perché e come dovrebbe succedere. « Forse, oltre che per un “effetto ottico”, il mito nasce dal mondo agricolo dove si può constatare che tagliando l’erba effettivamente si può ottenere, lì sì, un rinfoltimento del terreno, ma in questo caso la faccenda è diversa, perché il filo d’erba è una struttura viva, che contiene linfa e che è connessa al terreno attraverso le radici in modo attivo » . Ma allora verrebbe da pensare che non vale la pena sottoporsi alla tortura della ceretta nel caso si voglia rendere glabra la propria pelle, tanto i peli crescono come prima e basta tagliarli regolarmente quando crescono. Dov’è il problema? « Il problema, in questo caso, è la conseguenza sul breve periodo » , chiarisce Di Pietro. « Perché, proprio per l’effetto “matita tronca”, la pelle nei giorni dopo il taglio sarebbe piena di peli corti e apparentemente scuri, che produrrebbero un effetto estetico peggiore di quelli appena tagliati » .