Corriere della Sera - Sette

Trovati a Tavolara i resti del prolago; poi un nuovo studio israeliano sulla vista dei camaleonti.

A Tavolara scavava, cantava, tagliava l’erba. Era insieme anonimo e speciale

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Inaturalis­ti, si sa, sono curiosi e ovunque vadano raccolgono campioni, scrutano attorno col binocolo, prendono appunti. Un naturalist­a, mio caro amico, all’isola di Tavolara, aveva raccolto, e mi mostrò, un piccolo cranio, non fossile, trovato scavando. È tutto ciò che ho visto del prolago ( Prolagus sardus), che fino a ieri c’era e ora è estinto. Tavolara pare sia stata la sua ultima zattera, mentre da sempre e sino a due secoli fa i prolaghi erano numerosi sia in Sardegna sia in Corsica. Per poco, ma siamo arrivati tardi per conoscerlo ed è per questo che desidero parlare di quel fantasma. Per raccontarl­o nonm’è facile riferirmi ad animali attuali. Poteva sembrare un roditore, ma non lo era, bensì un cugino, seppur diverso, di lepri e conigli ( lagomorfi). Aveva orecchie tonde e corte e quattro arti brevi. Non era dunque un’abile corridore o saltatore, ma piuttosto un animale anonimo, che certo non per l’immagine spiccava. Eppure, penso, fosse un animale speciale. Lo deduco soprattutt­o pensando a quegli strani suoi parenti stretti che sono gli attuali ocotonidi, famiglia a cui appartiene pure il prolago. Pesano qualche etto, vivono in praterie spesso d’alta montagna, scavando tane, nascondend­osi in grotte. Allo stesso modo il nostro prolago, lo sappiamo, era uno scavatore, ed essendo tantissimi si racconta che il terreno fosse tutto rimosso, come lascia il passaggio di cinghiali.

Il ricordo in un sentiero.

Ci sono poi un paio di comportame­nti che rendono gli ocotonidi davvero speciali e, molto azzardando, li immagino propri anche del sardo prolago: fare il fieno e cantare. Sanno cioè tagliare l’erba, lasciandol­a essiccare al sole, fermandola con sassi perché non voli via, per poi accumularl­a e portarla nella tana. Quando al cantare, cinguettan­o come uccellini, anche con un bel repertorio di vocalizzi. Oggi a Tavolara c’è “Il sentiero del Prolago”, un percorso naturalist­ico di grande bellezza ma purtroppo solo in sua memoria.

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