Corriere della Sera - Sette

Se il bambino dispettoso rimane nell’adulto sono guai

- Di Cesare Viviani

Il dispetto: un’azione e una parola cadute in disuso. Oggi semmai, come spregiudic­ato successore, c’è il comportame­nto vandalico, molto più aggressivo e anche distruttiv­o. Ma i dispetti erano esclusivam­ente una prerogativ­a dei ragazzi. Si può dire che, fino a quando permaneva una scarsa autonomia dovuta all’età, l’aggressivi­tà era veicolata con atti di disturbo, scherzi maligni, insolenze anonime, piccoli attacchi rabbiosi, tutte cose compiute di nascosto, con un bersaglio ben preciso: l’antipatico di turno. E fin qui niente di grave. Il problema, invece, si fa serio quando il bambino dispettoso rimane nell’adulto, che non si accorge di averlo addosso e inconsapev­olmente mira a svalutare, a corrodere, a contrastar­e.

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