Attenzione ai torinesi
Non sono schivi e sobri, fanno finta da secoli. Nella vita reale, in privatissimo, si dedicano a molte cose e poi ne spettegolano
Bilanci sul collezionismo di fine estate: il nerd che non azzecca congiuntivi ma scrive lettere d’amore, due teutonici, il pr manzo, ed una surreale new entry. 1) F. , il bellissimo nerd tenebroso : sentiti i racconti di una amica comune, che indulge in particolari dickensiani e rocamboleschi sulla tua vita, pare abbia finito col venerarti come come un idolo del pantheon indù tanto da lanciarsi con una temeraria lettera d’amore: «Ho imparato a interpretare i tuoi silenzi; ho cercato di aspettarti come mai per nessuna; mi scuso se sono stato invasivo, ma sono stanco di elemosinare; ora spero solo che sarai felice con me o senza di me». 2) Bert, biondo aitante olandese appena uscito dall’accademia navale ma dalle oscure occupazioni giornaliere ; viene in Italia per ben due volte, lascia messaggi in chat e telefonate; tu non puoi far altro che schizzare via (la criptica abbinata inglese fiammingheggiante/gergo nautico non è una scusa!). 3) Martin, l’ex erasmus di Amburgo ora amministrativista nonché hooligan con spocchia in stile Fassbender (i.e., pazzescamente sexy ). Si getta nel Texas pescarese per qualche giorno di mare e ti invita (?). Senza scherzi : come sopra. 4) Filippobis, pr redivivo che frequentavi ai tempi del liceo e in cui ti sei imbattuta dopo anni mentre cercavi info su una discoteca della riviera. Ora manzo fulvo, fisicato e barbuto; non ha perso l’attitudine trucideggiante briatoristica a trattare le fanciulle come si tratta una bistecca ; whatsappa in piena notte, lancia inviti ambigui, per poi finire con un: “dopo tre buche su tre che mi hai rifilato, ci rinuncio.” In tutto ciò, ex multis: 5) tu non fai altro che pensare alla new entry: il corteggiatore da collezione, creatura ermetica ed imperscrutabile, un unicum nella personale faunistica cortese: il filosofo saggista muto. Animale televisivo, cantore della polis, boomerang mediatico eppure (sospetti) topo di biblioteca e nerd abilmente camuffato da Saint Juste torinese. Ti lanci in una messaggistica ponderata ma costante (foto, baci, temerari ”come stai” o “hai mangiato); risponde (sempre) con un eloquio onomatopeico scarsamente/raramente verbale e intelligibile; vagamente romantico (invia cuori, persino!). Le temporanee eclissi trovano il contrappunto in insperate epifanie. Concedo che, visti i ritmi serrati delle sue molteplici attività quotidiane (“non sono fidanzato... tra il blog i libri gli articoli la ricerca la tv le lezioni in università, non ne ho il tempo!”), ne ha ben donde. Chiedo lumi sul corteggiamento degli schivi e sobri (?) torinesi.
- Virgin Mary 25 I torinesi non sono schivi e sobri, fanno finta da secoli. Nella vita reale, in privatissimo, si dedicano a molte cose e poi ne spettegolano. In campana ( la mia amica G., nativa di quella bellissima città, diceva poi “mai cercare di rubare un torinese a una torinese; le torinesi sono le uniche tanto astute e perverse da tenerseli, sempre”; poi vai a sapere). I filosofi vanno evitati, con l’eccezione di alcuni veri, simpatici secchioni.
Terapia consigliata Il più meno peggio mi pare il bel nerd. Forse è matto, ma ha un perché e pare fin troppo empatico. Bert no, da quel che mi dici fa il pusher. Martin non mi pare interessante, mentre vorrei mi raccontassi in cosa consiste il Texas pescarese. Sul serio. Che la Dea ti benedica.