Andrea Milanesi
Una volta smontate, le strutture
Per quanto riguarda il “dopo Expo”, il Gruppo Ferrero ha sempre avuto le idee chiare su cosa fare delle sue strutture al termine della manifestazione. Presente in qualità di “Confectionery Specialities Official Partner”, ha infatti previsto sin dall’inizio dell’Esposizione Universale una serie di interventi coerenti con le linee guida che caratterizzano le iniziative del “Progetto Imprenditoriale Michele Ferrero”, nuova denominazione delle storiche “Imprese Sociali”. Quelle realtà che se da un lato risultano appunto “imprese” commerciali a tutti gli effetti — il cui fine è quello di realizzare profitti — dall’altro sono ispirate da uno spirito di autentica responsabilità “sociale”, con l’intento di creare posti di lavoro nelle aree meno favorite di Paesi emergenti coinvolgendo le attività imprenditoriali del territorio, contribuendo a combattere la disoccupazione, promuovendo l’utilizzo di materie prime locali e l’istituzione di corsi di formazione professionale. Ma anche realizzando progetti di carattere umanitario destinati a tutelare la salute e la crescita educativa, culturale e formativa dei più piccoli tramite la ristrutturazione di scuole pubbliche e asili nido, il sostegno a centri pediatrici e assistenziali per bambini senza fissa dimora, la creazione di seminari atti a sensibilizzare gli adolescenti riguardo alla prevenzione di malattie trasmissibili ( l’Aids in Africa resta endemico).
Architettura modulare. In Ferrero la chiamano “restituzione”: è il programma di riconversione in strutture con finalità socia- li secondo il quale i componenti modulari degli stand presenti durante i sei mesi di Expo verranno smontati e trasportati nei Paesi dove il Gruppo è già presente con le proprie iniziative di Imprese Sociali. Le intelaiature dei padiglioni nasceranno appunto a nuova vita per essere riassemblate e riutilizzate secondo logiche completamente nuove, che permetteranno di poter scegliere la composizione architettonica più adatta alla funzione cui verranno destinate le nuove strutture create: i corpi centrali diventeranno così moduli abitativi a tutti gli effetti, i “pozzi di approfondimento” segmenti che, uniti in successione, saranno trasformati in veri e propri pozzi per raggiungere l’acqua in profondità, le canne che in Expo delineano il perimetro dell’area Kinder+ sport verranno impiegati come condotte idrauliche nei nuovi edifici in fase di realizzazione e così via.
La passione di Michele. Il primo intervento avrà luogo in Sudafrica, a Walkerville, nei dintorni di Johannesburg, dove verrà realizzata un’infermeria pediatrica che aiuterà innanzitutto i figli dei dipendenti, ma che sarà totalmente fruibile anche dalle comunità locali, così come previsto dalla mission del “Progetto Imprenditoriale Michele Ferrero”; il secondo — realizzato in cooperazione con l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ( UNHCR) — prevede invece la costruzione di alcune aule didattiche al confine tra Repubblica Centrafricana e Camerun, destinate ad aiutare in loco le migliaia di rifugiati che trovano asilo oltre il confine camerunense perché in fuga dalle adiacenti aree di conflitto.