Una passeggiata nel ricordo
A piedi sul filo sospeso tra le torri gemelle. Zemeckis racconta l’impresa di Philippe Petit. Ma l’atmosfera è troppo favolistica
Se vedo tre arance, mi viene voglia di fare il giocoliere. Se vedo due torri, mi viene voglia di tirare un filo e camminarci sopra » . Detto e fatto. Il 7 agosto 1974 Philippe Petit agganciò un cavo d’acciaio tra le Twin Towers, a oltre 400 metri d’altezza — impresa che da sola richiede l’ingegno necessario per una rapina in banca, tutto quel che può andare storto ha buone probabilità di andare storto — e fece la sua passeggiata. L’idea gli era venuta sei anni prima, mentre soffriva nella sala d’aspetto di un dentista. Sfogliò una rivista che raccontava le torri del World Trade Center appena progettate come una sfida alla Tour Eiffel. Il diciottenne francese strappò la pagina, coprendo il rumore con uno starnuto, scordò il mal di denti e cominciò a sognare. La storia scelta da Robert Zemeckis per The Walk è stupefacente e documentatissima. Philippe Petit, che ora vive a New York, ha fornito dettagli e retroscena in Toccare le nuvole ( nei tascabili Tea, mentre il Trattato di funambolismo, con prefazione di Paul Auster e strillo in copertina di Werner Herzog, uno che davanti alle imprese impossibili non sa resistere, esce da Ponte alle Grazie). Nel 2008 James Marsh vinse un Oscar con il documentario Man on Wire, mai uscito nelle sale italiane nonostante la caterva di premi ricevuti, e i lacrimoni strappati ai newyorkesi da poco orfani delle Torri che prima odiavano e poi avevano imparato ad amare ( il Dvd è nella collana Feltrinelli Real Cinema). L’irlandese Colm Tóibín, nel suo romanzo Questo bacio vada al mondo intero, racconta i passanti con il naso in su a guardare lo spericolato, che da sotto era poco più di un puntino nero. Non basta una storia fantastica, per fare un bel film bisogna anche saperla raccontare: questo significa storytelling, a dispetto di tutte le accuse che all’esercizio vengono rivolte, come se racchiudesse in sé il male del mondo. Robert Zemeckis piazza il suo Philippe Petit sulla torcia della Statua della Libertà. Mossa accettabile se consideriamo il colpo d’occhio— si vedono le Twin