Problemi alle ossa? Non è solo una questione di calcio
opo i 50 anni, tutti sono ritenuti a rischio. A tutti vengono prescritti calcio e vitamina D. Forse è ora di rivedere queste raccomandazioni » . Le parole sono di un medico svedese, il professor Karl Michaelsson, dell’Università di Uppsala, in un editoriale sul British Medical Journal a commento di due studi neozelandesi sulla correlazione tra calcio e rischio di fratture (“Calcium intake and risk of fracture: systematic review”). Le ricerche dimostrerebbero che un maggiore apporto di calcio, negli individui che hanno superato i 50 anni, aumenta la densità ossea di poco, pochissimo: l’ 1- 2%. Il che non giustificherebbe la massiccia prescrizione di integratori e vitamine a tutti gli over 50, come indicano alcune linee guida. Il fatto è che la salute delle ossa non è cosa semplice. Non è da sottovalutare ed è legata a diverse variabili, delle quali l’apporto di calcio è una, certamente fondamentale, ma non l’unica. Il fatto di ritrovarle negli scavi archeologici ci fa pensare che le ossa siano “materiale inerte”, ma in realtà sono organismi viventi, meravigliose strutture in perenne attività, dove lavorano ventiquattr’ore su ventiquattro piccole cellule, gli osteoblasti, che formano nuovo tessuto, e gli osteoclasti, che eliminano gli scarti. Le ossa nascondono nervi e migliaia di piccoli vasi sanguigni; si rigenerano e si degenerano. Anche i fattori emotivi hanno un ruolo ormai dimostrato: forti tensioni muscolari possono compromettere il normale equilibrio muscoloscheletrico. Inoltre,
Dnegli stati emotivi alterati ci sarebbe una maggiore produzione di cortisolo ( detto infatti “l’ormone dello stress”), indispensabile per farci reagire ai pericoli, ma a lungo andare dannoso: diminuisce tra l’altro la sintesi di collagene e della matrice ossea. È uno dei motivi per cui, negli anziani, depressione e fratture importanti vanno spesso di pari passo.
L’importanza del movimento. Nel circolo vizioso che compromette la salute delle ossa e spesso determina dolore osteoarticolare, quando si supera il traguardo dei 50 anni, si inserisce anche la mancanza di movimento. È dimostrato che l’attività fisica migliora la densità ossea e aiuta a scaricare le tensioni, dunque, è fondamentale contro l’osteoporosi, il dolore e il rischio di fratture. Ma chi è in preda alla depressione, spesso diventa pericolosamente inattivo, compromettendo così ulteriormente la salute delle ossa. In definitiva, non è il caso di considerare tutti gli over 50 a rischio, né basta ottimizzare l’apporto di calcio per scongiurare ogni pericolo. Il mix ideale per la prevenzione è: dieta equilibrata, movimento e buonumore. Integratori e vitamine possono essere indispensabili, ma non sostituiranno mai l’attività fisica, in particolare quella capace di aiutarci anche dal punto di vista psicologico, come ginnastiche dolci o discipline che uniscono al movimento tecniche di meditazione, per la salute di mente e corpo.
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