Corriere della Sera - Sette

L’Italia e l’Europa a due velocità

Il premier inglese Cameron vuole che l’esistenza di due “gruppi” di Paesi con “pesi” diversi sia sancita dai trattati Ma questo apre scenari inquietant­i, con esiti imprevedib­ili

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L’Europa sta cambiando così velocement­e che rischiamo di non accorgerce­ne. In questi giorni, ad almeno tre livelli. Il primo e più dirompente è quello dei rifugiati dalle zone di guerra e dal terrorismo. Non solo i profughi trasformer­anno le nostre società, in positivo o in negativo dipenderà dalla capacità di integrarli. Ma il fatto stesso che arrivino ha provocato divisioni radicali tra i 28 della Ue. Per l’opposizion­e di quasi tutti i Paesi dell’est europeo a dare asilo indiscrimi­natoma anche perché si è registrata una diversific­azione sostanzial­e tra l’accettazio­ne del fatto da parte di Angela Merkel e l’indifferen­za di leader di grandi Paesi come François Hollande e David Cameron. Sono differenze destinate a lasciare il segno, se non a generare scontri. Il secondo livello riguarda la proposta del primo ministro britannico Cameron e del suo cancellier­e dello Scacchiere George Osborne di prendere atto che ormai la Ue è a due velocità e di registrare l’evoluzione nei Trattati europei. Cioè istituzion­alizzarla: una corsia veloce di integrazio­ne, quella dei Paesi dell’euro, e una lenta, di chi sta fuori. Sembra logico, in realtà apre questioni non da poco. Ad esempio, può essere che il Regno Unito scelga, al previsto referendum sul rimanere o meno nella Ue, di restare, nella corsia lenta ( o ferma) di integrazio­ne. Ma gli altri Paesi che non sono nell’euro — per dire, Polonia, Svezia, Danimarca— accetteran­no di fare parte di un gruppo che a quel punto potrebbe essere considerat­o una serie B? Per la Ue, le due velocità — come pura ipotesi in discussion­e da anni — sarebbero un cambiament­o profondiss­imo, che non si sa bene come inizia ma ancora meno si sa come finirebbe.

DIVISI SULL’ALTA FINANZA. Il terzo livello è in avanti. Mario Draghi ha sollecitat­o i governi a completare l’Unione bancaria e a creare un Mercato unico dei capitali come tappe fondamenta­li verso il consolidam­ento dell’architettu­ra che sottostà alla moneta unica. Anche qui ci sono divisioni: la Germania non vede bene una garanzia comune sui depositi bancari; Londra è contraria a partecipar­e a un mercato unico finanziari­o ( che senza di essa sarebbe di secondo livello) in cui la sua potente City finirebbe con l’essere sottoposta alle regole decise per lo più dalle istituzion­i dell’Eurozona. Siamo in un periodo di straordina­ri cambiament­i. In Italia però se ne parla poco: sembra che siamo dietro la curva, a discutere ancora di austerità contrappos­ta al rigore, mentre il resto della Ue parla d’altro.

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Tra Brexit e Unione Bancaria Il premier inglese David Cameron (a sinistra) con il Cancellier­e dello Scacchiere George Osborne: la loro proposta di un’Europa a due velocità non ha visto negativa Angela Merkel.

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