Il super saccheggio della giada
«Thant Myint-U è uno fra i più eminenti storici e intellettuali birmani e ci offre opinioni preziose sugli sviluppi contemporanei della regione». Una benedizione che pesa, quello del grande scrittore indiano Amitav Ghosh: e in effetti, il nuovo libro dell’autore birmano, Myanmar, dove la Cina incontra l’India (con cui Add editore, inaugura in Italia una bella collana dedicata all’Asia) è illuminante per le dinamiche sotterranee rivelate di una regione che, nonostante il voto per le politiche di settimana scorsa, continua a mostrare aspetti inquietanti. Uno su tutti, clamoroso: la denuncia di Global Witness. Dopo un anno di indagini, l’organizzazione ha rivelato come l’industria della giada abbia prodotto un traffico illegale di 26 miliardi di euro: la metà del pil dell’ex Birmania. A beneficiare dell’incredibile ricchezza, una quindicina di soggetti, con in testa i generali: i vecchi capi del regime e i loro successori. «È il più grande saccheggio della storia della ricchezza naturale di un Paese», dice il rapporto, che entra nel dettaglio e racconta come la giada sia commerciata per lo più con la “ghiotta” Cina ( foto). A essere defraudato, soprattutto il popolo Kachin, che era seduto sul tesoro: 100 mila persone costrette a lasciare case e proprietà. E di certo a non essere mai più risarcite.