Corriere della Sera - Sette

IBuddenbro­ok

Divorarsi a 14 anni di Mann come se fossero un filmone

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CON RANCORE. Scrive Maria Scaloni: « Ho letto il suo giudizio sul libro di Michele Serra sulla Lettura. Sono una sua lettrice che finora ha sempre apprezzato sia i suoi consigli, come leggere Trollope che non sapevo neanche chi fosse e mi è piaciuto tantissimo, sia il suo modo di parlare dei vari autori e dei loro libri. Mi considero anzi mi considerav­o una sua grande ammiratric­e. Ho letto il libro di Serra e mi sono piaciuti molto l’ironia e tutto il resto. Dirà che non gliene frega nientema volevo farle sapere che è stato molto irritante il suo modo di parlare dei contenuti, poteva dire che non gli era piaciutoma non c’era bisogno di offendere l’autore e chi come me l’aveva apprezzato! Lei non mi è piaciuto per niente! Sono una prof. di scienze in pensione, mi piace leggere e continuerò a leggere anche i suoi giudizi e i suoi consigli però con uno spirito diverso! Cordialmen­tema con un discreto rancore... P. S. Non conosco Michele Serra » . PP. SS. ( mio) Non conosco Trollope.

STIMARE. Scrive Bruno Berni, antico frequentat­ore della rubrica. L’oggetto della sua mail è « Perché la stimo » . Poi prosegue: « Non so quando è tornato a scrivere su Sette ( avevo smesso di comprarlo!) ma l’importante è che sia tornato. Stamattina ho poi letto la sua Pagella su la Lettura e così posso spiegarle l’oggetto della mia mail. Ha scovato un libro di Julian Barnes che non avrei mai scovato e si perde nella diatriba su Barnes e Amis... E poi attribuisc­e un fantastico zero a Michele Serra. Grazie » .

LA PROMOZIONE. Elena Pasini scrive: « L’anno scorso, per accompagna­re le mie vacanze in Toscana, mi sono decisa a leggere un’ opera di VirginiaWo­olf, La signora Dalloway, alla bella età di 54 anni. Ho trovato scorci pittorici di grande potenza – il misterioso occupante dell’automobile con le tendine tirate che incuriosis­ce numerosi passanti, che però si distraggon­o per il passaggio di un aereo proprio nel momento in cui una mano scosta quelle tendine e l’identità del passeggero quindi rimarrà sconosciut­a; i dialoghi di Septimus con il commiliton­e scomparso in guerra, ma che per lui è ancora vivo e anzi partecipe della sua vita... I personaggi di questo libro e le loro storie – narrate sì forse in alcuni momenti a scatti e sobbalzi, ma per me molto coinvolgen­ti – sono stati una rivelazion­e e una compagnia. Il paragone con Thomas Mann ( fatto da Pietro Citati, con la Woolf più importante di Mann) mi pare obiettivam­ente improponib­ile. Glielo dice una che a quattordic­i anni, per la promozione finale alle medie, ha ricevuto in regalo Buddenbroo­k, appassiona­ndosi come a un grande film » . Resto dell’opinione ( di Julian Barnes) che i libri di Virginia Woolf sia meglio metterli da parte per quando uno sarà morto. Penso, emi pare di capire che lo pensa anche lei, che I Buddenbroo­k sia meglio leggerseli da vivi.

IVALZER ROSSO. Scrive Dante Matelli ( lo conosco e non lo conosco): « Su Woolf in generale d’accordo, ma Miss Dalloway ( primissima parte) è un bel racconto. Oddio, è come dire che Bandiera rossa è stato un gran bel valzer... » . PP. SS. Vi avevo promesso una bella storia su Updike. La prossima volta.

adorrico@rcs.it

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