Corriere della Sera - Sette

Connessi e depressi, il male oscuro

La dipendenza da “social” distrugge i rapporti affettivi. Isola le persone e le rende insicure. Confrontia­moci con la realtà

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dopo i vent’anni, anzi: sono sempre di più le persone di ogni età colpite dal “disturbo d’ansia da social media”, che porta a stare sulle spine se non ricevono abbastanza commenti positivi a foto e post e a interrompe­re conversazi­oni reali per controllar­e i “like” su Facebook o per sbirciare che succede su Twitter. Chi ne soffre quando invia mail importanti non riesce a staccare gli occhi dallo schermo in attesa della risposta, conta e riconta follower e amici nell’ansia bulimica di averne sempre di più, sente montare l’agitazione se si accorge di avere pochi “like”. Secondo alcune stime, negli Stati Uniti il disturbo d’ansia da social riguarda già oltre un adulto su dieci ed è in aumento; molti pazienti scivolano nella depression­e o in un disturbo ossessivo- compulsivo ma riuscire a staccarsi dal web e dalla nostra identità virtuale sembra complicato, visto che stando a uno studio dell’università di Chicago i social creano più dipendenza delle sigarette. Eppure un uso ragionevol­e farebbe perfino bene: secondo gli esperti dell’Associatio­n for Psychologi­cal Science statuniten­se infatti « I social network possono aiutare chi ha difficoltà nelle relazioni a superare alcuni ostacoli e a migliorare i rapporti reali con gli altri. L’essenziale è non credere mai che la vita virtuale sia più vera del vero » . ¢ Per un uso “sano” dei social è bene costruire il proprio profilo pian piano, aggiungend­o amici su Facebook solo se realmente ci interessan­o e mantenendo con loro, per quanto possibile, anche un rapporto reale. ¢ Ammettere di essere troppo “presenzial­isti” online è il primo passo per stare meglio: se vi capita di andare su Twitter nel bel mezzo di un impegno importante o vi sembra di non poter stare neppure qualche ora senza smartphone e computer, è probabile che abbiate un disturbo d’ansia da social. ¢ Un campanello d’allarme è anche la tendenza a fuggire sui social network quando ci si trova di fronte a un problema reale: svicolare dalla vita vera per rifugiarsi nelle relazioni virtuali può anche facilitare la comparsa di disturbi dell’umore. ¢ Misurare il tempo passato sui social network serve a rendersi davvero conto se e quanto stiamo esagerando: usate un timer,

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