Il web è solo una cassa di risonanza del “male”
Una matura signora avrebbe qualcosa da ridire su Expo. E un lettore ci invita tutti a lavorare per la legalità
Leggo solo ora il suo intervento “dubbi e menzogne” a proposito del web. Giusto, nulla da eccepire, ma pazzi e falsari esistevano ben prima del web. Questo ha solo offerto una cassa di risonanza. È la società che rende possibile quanto lei lamenta, il web offre solo un modo comodo per esternarlo verso un pubblico numeroso. Il problema è come disincentivare le esternazioni all’origine (ma questo lo credo impossibile) e contemporaneamente vaccinare gli ascoltatori. La modernità liquida di Bauman colpisce anche qui. Difficile, ma indispensabile: agire alla radice del male. Non ho suggerimenti ma, mi raccomando, teniamo sempre presente l’origine del male e il perché si propaga. Gli strumenti che usa per propagarsi hanno un’importanza infinitamente minore.
— Fabrizio C. Celentano
Sono una vecchietta di 76 anni, che pensa di non dover ancora essere rottamata. Sono quindi andata anch’io all’Expo una quindicina di giorni fa. Sono entrata intorno alle 13.30 di un venerdì senza fare neppure troppa coda. Mi sono trovata in un formicaio con musiche a palla che si sovrapponevano le une alle altre, code infinite ai padiglioni interessanti e schiere di ragazzini che schiamazzavano per nulla interessati a ciò che “vedevano”. Tra i fortunati, perché ultrasettantenni, ho fatto solo due ore di coda (invece di 5) per il Padiglione Italia. In compenso nella sala degli specchi uno spocchioso volontario con walkie-talkie in mano faceva entrare ragazzini davanti a noi vecchietti (qui comando io, diceva) così noi potevamo vedere le belle foto solo dalle teste dei ragazzini in sù. Uscita, ho preso un Martini con salatini orrendi nel relativo padiglione, per rimettermi un po’ in sesto e sono fuggita da un sentierino laterale, incontrando un’altra processione che entrava... Non faccio commenti.
— Maurella Salvatore
Assistiamo ogni giorno a notizie, fatti di cronaca che rovinano l’immagine, la serena convivenza civile e sociale dell’Italia e degli italiani. Mafia, corruzione, lavoro sommerso, esportazione di capitali all’estero, malavita organizzata: è ora di mettere mano con forza alla moralizzazione del Paese. Alcune proposte: 1) in ogni comune d’Italia sia nominato un assessore addetto alla legalità, che sappia organizzare sul territorio controlli efficaci e promuovere una cultura del rispetto delle leggi; 2) tutte le forze addette al controllo e al rispetto delle leggi, dovrebbero mettere in atto una strategia efficiente di prevenzione, di rispetto e di repressione; 3) le istituzioni, a ogni livello, devono prima di tutto dare il buon esempio, poi il Parlamento emani leggi semplici e chiare, per facilitare la sua applicazione. Il governo introduca meccanismi operativi meno burocratici, che favoriscano il rispetto e il controllo delle normative, elabori un progetto per far diminuire l’uso di soldi in contanti in circolazione. Le Regioni devono impegnarsi di più nel controllo, per prevenire l’infiltrazione delle mafie negli appalti e nominare un assessore regionale, possibilmente un magistrato addetto alla legalità; 4) le scuole di ogni ordine e grado dovrebbero inserire nei programmi d’istruzione un’ora settimanale di educazione al rispetto delle leggi, per far crescere la cultura dell’onestà; 5) le associazioni di volontariato e parrocchie, promuovano ancora meglio di quello che fanno, la cultura dei valori veri della vita, moralità, onestà, verità, solidarietà e giustizia sociale; 6) i sindacati; è molto importante la loro funzione e la loro presenza sui posti di lavoro per i contratti, i diritti e i doveri, ma ora dovrebbero fare uno sforzo di più per combattere il lavoro nero, la corruzione, l’evasione fiscale; 7) cari responsabili dei mezzi d’informazione, tv, giornali, radio, internet, dovete dare più spazio agli onesti, a chi si batte per rendere l’Italia più pulita e non usate più la parola furbi per chi non rispetta le leggi; 8) cari cittadini onesti, dobbiamo far sentire di più la nostra voce è un dovere, dobbiamo in ogni luogo fare la nostra parte da protagonisti, prima di tutto far notare il nostro buon esempio di onestà e verità. L’Italia è bella e merita di volare più alto. La legalità conviene.
— Francesco Lena, Cenate Sopra (Bergamo)
Ho letto con molto interesse l’articolo “L’oro del Molise è la speranza della sapienza”, nella mia veste di molisano trapiantato a Milano, nonché di appassionato ricercatore di piante spontanee curative. Ho ritrovato l’atmosfera che si respira a Bagnoli del Trigno, per quanto riguarda la divisione del paese in terra “de vasce” e in terra “de coppe” e il fenomeno della forte emigrazione verso Roma, nella quale i bagnolesi per la maggior parte fanno i tassisti o i “tassinari”. Ho studiato il Molise, sia dal punto di vista della toponomastica che delle parlate locali, quindi vorrei fare delle precisazioni: una delle località citate è denominata Pietrabbondante e non Pietra Abbondante; Bagnoli è sorta nel periodo dell’incastellamento, la sua prima attestazione scritta risale al 1002 (“in castro Banioli”), come si può leggere nell’Archivio di Montecassino; l’appellativo “del Trigno” deriva dal fatto che sorge al di sopra del fiume omonimo, attestato in Plinio il Vecchio, III 106 (“flumen Trinium portuosum”), pertanto, il nome della bacca e quello del fiume non hanno tra loro alcuna attinenza. La voce “trigne” si trova sia nelle parlate dell’Alto Molise, sia nel Basso Molise e nella confinante Puglia. Il termine è riportato nel Dizionario etimologico della lingua italiana, di Manlio Cortellazzo e Carla Marcato (UTET, 1992). Può interessare il fatto che nei tempi passati contro la stitichezza si masticavano e si deglutivano le drupe del prugnolo.
— Michele Colabella, Milano