Diego Gabutti
Di Pusiano. Ogni località, un appunto. Ogni appunto, un racconto
Ogni isola ha il suo tesoro, il suo covo di pirati, il suo destino romanzesco. Ambrogio Borsani, geografo e turista letterario, esplora cinquantun isole italiane nel suo nuovo libro, Avventure di piccole terre, scoprendo che ogni isola ha una storia da raccontare. Sono vicende da leggere e immaginare, spiega il sottotitolo: vagabondaggi da letterato, che prende appunti, come farebbe con i libri, anche a margine delle località in cui lo portano barche e battelli. Sulle isole italiane, in fuga da qualcuno o in viaggio verso qualcosa, sono passati tutti, gli eroi e i furfanti, gli artisti e i cialtroni. Borsani sottolinea ogni storia con l’evidenziatore. C’è l’arrivo di Truman Capote a Ischia « in un crepuscolo verde, sotto un cielo di prime stelle » . Ci sono le cannonate del giovanissimo capitano d’artiglieria Napoleone Bonaparte che nel 1793 sfonda « con un proiettile » il tetto della principale chiesa della Maddalena. C’è il mezzo stupro di Stendhal ai danni d’una giovane « pescatrice e peccatrice » su una barca che costeggia l’isola dei Cipressi, nel Lago di Pusiano ( isola che l’attuale proprietario ha ripopolato, assicura Borsani, « con canguri, lepri di Patagonia e pavoni). C’è la convinzione assoluta e un po’ fanatica, da parte di Samuel Butler, autore della grande satira antivittoriana Erewhon, che « l’alta e imponente isola di Marettimo » , nelle Egladi, sia « la vera Itaca » e che « a scrivere l’Odissea » non sia stato un poeta cieco ma « una donna di Trapani » . C’è lo scandalo sessuale, con strage a piè di lista, che infuria su tutti i rotocalchi degli anni Sessanta quando nella villa dei nobili Casati Stampa di Zannone, una delle isole Ponziane, il marchese uccide la marchesa, di cui fotografa abitualmente gli accoppiamenti con amanti occasionali, quindi uccide anche il malcapitato ospite e infine ( noblesse oblige) si suicida. Borsani racconta il regolamento di conti tra « francescani osservanti » e « francescani amadeiti, un ramo laterale » dell’ordine, che nel 1527 si consuma in un convento della « piccola isola di San Paolo » , sul Lago d’Iseo, lasciando sul terreno « i cadaveri di nove frati tagliati a pezzi, braccia e gambe smembrate, bu-
della sparse sul pavimento, teste mozzate » . C’è il Re di Tavolara, un’isola del Golfo di Olbia, che con il nome di Francesco I governa il reame ( fondato nel 1833 dal suo avo Giuseppe Bertoleoni, prima « pastore corso » , poi « girovago e poligamo » ) sedendo alla cassa del « ristorante Al re di Tavolara » , sulla spiaggia.
Non solo natura. Distinguere tra la storia e la geografia non è semplicemente possibile, come Ambrogio Borsani sa bene. Non c’è luogo, infatti, che sia soltanto « natura » , come sembrano pretendere gli ambientalisti estremi. Infinite generazioni di homini più o meno sapientes, viaggiando e studiando, lottando e guerreggiando, hanno steso un vasto strato di « seconda natura » ( la cultura, l’ideologia, le storie) su tutto ciò che esiste. Non c’è isola al mondo, né località di terra ferma, che non sia popolata di fantasmi e ricca di tesori sepolti.