E dal cielo cadde un pesce

Detti “annuals”, resistono in habitat estremi e sembrano frutto di magie

Nei corsi d’acqua di certe zone dell’Africa, si vedono, con stupore, nuotare pesciolini che prima non c’erano. Nella tradizione delle genti africane si pensava che quei pesciolini piovessero giù dal cielo, insieme alla pioggia, per magia, come il coniglio che esce dal cilindro del prestigiatore.

Uova quiescenti. Detti “annuals” in inglese e “stagionali” in italiano, sono pesci africani, del Sudamerica e dell’America centrale, tutti accomunati dal fatto di sparire dalle acque in un certo periodo dell’anno. Vivono in ambienti dove l’acqua è scarsa, dura poco ed è saltuaria. Sono habitat estremi, fatti per pochi esseri viventi. La magica comparsa dei piccoli pesci in realtà altro non è che la loro speciale strategia per sopravvivere dove la vita acquatica parrebbe quasi impossibile. Hanno un ciclo vitale che prevede la morte di tutti gli adulti con la scomparsa dell’acqua. Sul letto di fiumi e pozze rimane un po’ di fango e poi via via tutto diventa secco. Al ritorno delle piogge, eccoli guizzare di nuovo nelle acque e si capisce dunque l’affascinante credenza dei popoli locali che, come un evento miracoloso, immagina una pioggia che fa cadere pesciolini vivi giù dal cielo. La verità invece è che sono pesci stagionali della famiglia dei Ciprinodontidi, appartenenti alle specie Aphyosemion arnoldi e A. sjostedti. Il loro ciclo vitale prevede che prima di morire gli adulti rilascino le uova fecondate sul fondo, sotto la fanghiglia, a una profondità anche di 15 cm, impresa notevole per pesci lunghi pochi cm. Lo sviluppo si arresta e le uova, avvolte nella loro capsula come navicelle spaziali, rimangono lì quiescenti fino al ritorno delle piogge. Al primo scorrere delle acque, dalle uova escono piccolissime larve che crescono con grande rapidità. Nel giro di poche settimane sono mature sessualmente, si riproducono e sotterrano sul fondo le loro uova. Poi di nuovo cala il sipario su questa brevissima esistenza.