Un Brahms per cultori
IIncontro tra titani. Quello tra il grande zar russo dell’archetto David Oistrakh e i maestri della tastiera Sviatoslav Richter e Frida Bauer, e di tutti loro con alcune tra le pagine più ispirate e amate della storia della musica da camera: le tre Sonate per violino e pianoforte di Johannes Brahms. Un disco cult raccoglie alcune registrazioni realizzate dal vivo a Praga e Mosca nel corso di sei anni, tra il 1966 e il 1972, recuperate dagli archivi della Radio Ceca e pubblicate dall’etichetta Praga Digitals; la trilogia viene completata dallo Scherzo che faceva parte della cosiddetta Sonata F-A-E, composta in movimenti separati da Brahms, Dietrich e Schumann per il loro comune amico Joseph Joachim. Musiche dense e complesse, che svelano il tormento, l’enfasi creativa e la statura di gigante del loro autore, ma che richiedono altrettanta personalità – umana, oltre che tecnica e artistica – da parte degli interpreti; capacità di leggere tra le righe ( e i righi) del pentagramma, per portare alle luce quanto di non scritto si cela in queste splendide partiture. Capolavori assoluti che Oistrakh risolve con la bellezza del suo suono e la nobile naturalezza del suo fraseggio, cogliendo il pieno valore di ogni singola nota, con sorprendente chiarezza e fluidità, anche nei passaggi più impervi; con ampie arcate negli episodi più poetici, che si tramutano in affilate rasoiate, a volte veri e propri fendenti, quando il pentagramma si tinge di tinte fosche e drammatiche. Rivelando quel piacere di “far musica insieme” che qui, in alcuni momenti, raggiunge i vertici della pura accademia.