Dopo Brexit, incrociamo le dita per Trump
La geopolitica ha ricadute sulla vita di tutti. Così, la vittoria del candidato repubblicano potremmo pagarla tutti. Speriamo nel buon senso americano
Quanto tempo passerà prima che diventi pericoloso qui da noi criticare Putin e il suo regime? Fra quanti anni un senso di insicurezza diffuso, con i suoi effetti negativi sulla economia e sui rapporti umani, si affermerà in Europa? Magari, tutto ciò non accadrà mai ( per fortuna non si può prevedere il futuro) ma conviene comunque essere preparati. I più non colgono il legame che esiste fra gli equilibri geopolitici e la loro vita quotidiana. Ma quel legame esiste: se quegli equilibri cambiano, ci sono ricadute sulla vita di tutti. Per quanto tempo ancora durerà in Europa la Pax Americana in vigore dal 1945? È sul punto di sfaldarsi? In un editoriale sul Corriere poco prima del referendum britannico scrissi che le tegole che potevano cadere in testa all’Europa nel giro di pochi mesi erano due: Brexit e l’elezione di Trump a presidente Usa. Brexit c’è stata e ora conviene incrociare le dita e spe- rare che una candidata poco amata persino dall’elettorato democratico ( Hillary Clinton) riesca a fare il miracolo di sconfiggere Trump. La lunghissima pace, la prosperità economica e la libertà di cui hanno goduto gli europei ( quelli occidentali dal ’ 45, quelli orientali dalla fine della Guerra fredda) non sono figli del caso ma di un sistema di sicurezza che si reggeva su due gambe: la Nato che garantiva la protezione militare dell’Europa e la Comunità europea ( poi Unione) che assicurava benessere economico e stabilità politica. A tenere insieme le due gambe era la leadership americana. Brexit e Trump ( candidato isolazionista e protezionista) rimettono in discussione quel sistema. Brexit, a prescindere dalle conseguenze economiche di breve e lungo termine avrà effetti politici certi e altri probabili. Modificherà i rapporti di forza entro l’Ue. Senza il contrappeso britannico peserà ancora di più la Germania e ciò alimenterà i già robusti sentimenti antitedeschi. Inoltre, venuta meno la porta d’ accesso britannica, le relazioni fra l’Europa e quell’ampia parte del mondo che apparteneva all’impero britannico, si indeboliranno. Si rafforzeranno le spinte disgregatrici: i movimenti antieuropei del continente si appelleranno al precedente inglese. In termini geopolitici, Brexit, ossia l’uscita dall’ Ue della “potenza laterale” occidentale rafforzerà, per contraccolpo, l’influenza della “potenza laterale” orientale ( la Russia). Si aggiunga al quadro l’ultima pennellata: se Trump verrà eletto la partnership Europa/ Usa si avvicinerà al punto di rottura e la Nato entrerà in crisi ( gli europei non accresceranno, come pretende Trump, il loro contributo finanziario). Saranno contenti solo gli amici europei di Putin. Fino al momento in cui persino loro capiranno quanto sia alto per noi europei il prezzo da pagare. Speriamo che gli americani mostrino più giudizio dei britannici.