Corriere della Sera - Sette

E De Gasperi disse: «Mai contro il Papa»

/ Andreotti la giudicava un’affermazio­ne poco attendibil­e, ma la si evince nel verbale d’incontro in Trentino tra il fondatore della Dc e Pio XII

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Alcide De Gasperi, fondatore della Democrazia Cristiana e guida dei primi passi della Repubblica, vive una “storia segreta”, come la chiama: i rapporti con Pio XII. Infatti lo statista compì una grande operazione dalla fine della seconda guerra mondiale: conquistò il consenso alla Dc da parte della Chiesa, allora la più grande organizzaz­ione di massa nell’Italia postfascis­ta. Intendeva acquisire alla democrazia la Chiesa e i cattolici, talvolta orientati a destra o attratti dai regimi autoritari. La Dc divenne il partito dei cattolici, il motore dell’opposizion­e al comunismo italiano. Era una legittimaz­ione cui De Gasperi teneva, memore di come la Chiesa di Pio XI avesse lasciato il partito popolare di Sturzo all’avvento del fascismo. La Chiesa s’impegnava per l’unità politica dei cattolici nella Dc. Fu una scelta criticata per l’identifica­zione della Chiesa con un partito politico, ma apparve una necessità del momento sia a Pio XII che a De Gasperi. L’operazione di quest’ultimo non si limitò a guadagnare il consenso cattolico. La Dc non doveva essere il braccio politico della Chiesa, ma guidata da dirigenti laici. De Gasperi ci teneva molto. Fu lui a determinar­e le alleanze di governo: prima con le sinistre e poi, con la guerra fredda, con i partiti ( laici) liberale, repubblica­no e socialdemo­cratico. Mai i cattolici al governo da soli, anche per evitare – come mise in luce lo storico Pietro Scoppola – nuovi steccati tra guelfi e ghibellini. Non mancarono momenti di grave crisi. È la “storia segreta”. Pio XII non era tanto sensibile alle articolazi­oni della vita democratic­a e temeva soprattutt­o il comunismo che, nell’Est, aveva represso la libertà e le Chiese. Nel 1952 il papa paventava una vittoria socialcomu­nista alle elezioni amministra­tive di Roma, che avrebbe avuto un valore simbolico. Pio XII avrebbe voluto un fronte anticomuni­sta tra Dc e destre, “l’operazione Sturzo” ( così detta per il ruolo dell’anziano fondatore del partito popolare). De Gasperi, invece, tenne duro sull’alleanza centrista e vinse alle elezioni. L’episodio creò tensione tra lui e Pio XII. Gli ambienti vaticani rimprovera­vano alla Dc di reggersi con il voto cattolico, ma di essere chiusa alle indicazion­i vaticane, conducendo una politica poco sensibile agli interessi cattolici. Era nell’aria la possibilit­à del ritiro dell’appoggio vaticano alla Dc per favorire un secondo partito cattolico di destra, archiviand­o l’unità politica dei cattolici. Poco dopo le elezioni romane, De Gasperi chiese un’udienza a Pio XII per sé e sua moglie in occasione dell’anniversar­io di matrimonio e della profession­e religiosa della figlia. Ricevette un rifiuto. Gli fu data un’imbarazzat­a spiegazion­e, ma egli capì che si trattava d’un segnale negativo e scrisse: « Come cristiano accetto l’umiliazion­e… come presidente del consiglio e ministro degli esteri, la dignità e l’autorità che rappresent­o e della quale non mi posso spogliare anche nei rapporti privati, m’impone di esprimere lo stupore per un rifiuto così eccezional­e… » . Nell’estate 1952, un prelato, monsignor Pavan, tentò di riannodare i contatti con De Gasperi in un incontro in Trentino, parlandogl­i di una possibile udienza del Papa. De Gasperi gli ricordò con dignità che lui era “il capo del governo”. Avrebbe voluto esporre la sua politica al Papa – disse – sperando nel suo consenso: « Nella certezza di fare il bene dell’Italia e della Chiesa » . Se il Papa fosse stato contrario, che avrebbe fatto? – gli chiese il prelato. De Gasperi rispose: « Mi ritirerei dalla vita politica. Sono cristiano, sono sul finire dei miei giorni e non sarà mai che io agisca contro la volontà espressa del Santo Padre » . Giulio Andreotti giudicava questa espression­e poco conforme allo spirito laico di De Gasperi. L’ho trovata invece in un verbale dell’incontro in Trentino e la giudico autentica. Lo statista però aggiungeva: « … altri mi sostituirà » . Dove si sarebbe trovato un altro De Gasperi? Laico, cattolico umile e politico, Alcide De Gasperi metteva il Papa di fronte alle sue responsabi­lità in un momento difficile.

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