Per avere un gruppo di leader ci vuole un’idea
/ In passato, in tempi di crisi, si formavano aggregazioni di grandi uomini. Perché oggi non succede? Perché allora c’era qualcosa che li teneva uniti: la libertà
Una domanda che circola oggi tra chi si occupa di politica e di storia riguarda le concentrazioni di leader. Com’è che in certi momenti si creano aggregazioni di grandi personalità politiche o militari o intellettuali? Come si determinano, cos’è che le forma? Questione attuale, dal momento che oggi sono assenti. Il tema è stato posto un po’ di giorni fa da Peggy Noonan, una commentatrice delWall Street Journal, che ha riproposto il concetto di “genius cluster”, raggruppamento di geni. Ha citato “Franklin, Jefferson, Washington, Adams, Madison, Hamilton, Jay e Monroe venuti assieme nello stesso posto e allo stesso tempo per inventare qualcosa di nuovo nella storia dell’uomo”. Ha parlato del “piccolo cluster” Roosevelt- Churchill- de Gaulle durante la Seconda guerra mondiale. Del gruppo eterogeneo ma eccezionale degli Anni Ottanta: Giovanni Paolo II, Reagan, Thatcher, Havel, Walesa, Lee Kuan Yew. E del blocco dei militari Marshall, Eisenhower, Bradley, Montgomery, Patton, MacArthur, Nimitz, Bull Halsey, Stilwell. È chiaro che queste personalità vengono alla luce nei momenti di crisi. Senza una crisi seria, le loro capacità sarebbero incanalate in qualcosa di meno grandioso. Questa, però, è una mezza risposta. Non basta la crisi: altrimenti oggi, con una buona fetta di mondo in crisi, qualche segno di “genius cluster” lo vedremmo. L’Europa dovrebbe essere il centro di un fenomeno del genere. Invece niente. Cosa manca, dal momento che la crisi è lì da cogliere? Forse, suppone Peggy Noonan, dipende dalla Provvidenza, come le aveva ipotizzato una volta uno storico. Ma forse no.
SPLENDIDA OSSESSIONE. I cluster citati dalla commentatrice americana non erano formati e tenuti assieme solo da una crisi. Erano cementati anche da un’idea che li spingeva ad affrontare la loro crisi: anzi, da un’unica ossessione, la libertà. I padri degli Stati Uniti vissero per quella. I tre grandi Alleati della Seconda guerra mondiale la dovevano difendere dal nazismo. I protagonisti degli Anni Ottanta la volevano affermare di fronte all’Unione Sovietica. E i militari erano mossi dall’obiettivo di vincere per non farla perdere al mondo. I cluster non sono neutri. Non sono formati solo da personalità e leader affidabili, intelligenti, carismatici. C’è bisogno che qualcosa li tenga assieme, li leghi, li esalti. Un’idea, se non un ideale. E, anche oggi, l’idea minacciata a Occidente e a Oriente è ancora quella di libertà. Probabilmente, qualche leader si sta scaldando a bordo campo.
@ danilotaino