I guai della scuola? Colpa della Dc
/ Con la Democrazia cristiana l’insegnamento diventò non più un servizio per educare gli studenti ma per produrre posti per insegnanti
All’annuncio del governo secondo cui d’ora in avanti, nella scuola pubblica, gli insegnanti verranno reclutati in base al merito e non all’anzianità, difficilmente seguiranno i fatti. D’altra parte, l’ultima infornata di precari decisa dal governo Renzi è stata attuata nel rispetto della tradizione, quella secondo cui il “merito”, la preparazione, sono l’ultimo dei problemi che possano interessare ai reclutatori di personale docente. È una lunga storia, ci sono abitudini pluridecennali pressoché impossibili da sradicare. All’origine di questa ( triste) vicenda c’è la Dc, il partito dominante per oltre quarant’anni. Alla Dc gli italiani devono gratitudine perché sbarrò la strada del governo al partito comunista ( alleato dei sovietici ai tempi della guerra fredda) ma non per il modo in cui trattò le istituzioni, scuola per prima. La Dc, un partito antiborghese, prese una istituzione dignitosa, la scuola pubblica, creata dall’Italia liberale e non particolar- mente danneggiata dalla dittatura fascista, e, soprattutto a partire dagli anni Settanta, ne fece oggetto di una politica dissennata, la trasformò in una macchina per la produzione di “posti” ove collocare giovani diplomati e laureati a prescindere da qualsiasi verifica sulla loro preparazione. Con la Dc, la scuola pubblica cambiò, ovviamente senza mai dichiararlo, la sua “missione”: non più un servizio orientato all’utenza ( scolari e studenti) ma un servizio orientato alla occupazione di insegnanti. Si trattava di creare docenti, non di preoccuparsi della qualità dell’insegnamento. Ne nacque un’alleanza di ferro fra democristiani e sindacati, gli uni e gli altri a tutto interessati meno che a offrire agli utenti una “buona scuola”. È vero: nella scuola pubblica ci sono stati e ci sono anche molti insegnanti bravi ma ciò è avvenuto, quando è avvenuto, a dispetto e non in virtù delle politiche governative. Tramontata l’era della Dc, non è mai cambiato l’orientamento di fondo. Non è mai cambiato, va detto, non solo per colpa dei “politici”: per colpa, soprattutto, degli italiani, del disinteresse del Paese per i problemi della scuola. Non si è mai visto ad esempio alcun serio movimento di genitori che reclamasse una scuola di qualità. Mancando una domanda sociale diffusa di insegnanti reclutati in base al merito, di monitoraggio del lavoro dei docenti, di controllo dei risultati ottenuti, né i politici né i sindacati hanno mai subito alcuna pressione, non sono stati costretti a cambiare atteggiamento. È per questo che l’annuncio del governo sopra citato non ha suscitato alcun dibattito. I più si disinteressano totalmente della scuola. I pochi che se ne occupano sono, a schiacciante maggioranza, i figli e i nipoti della tradizione sindacal- democristiana. Sanno di possedere tutti gli strumenti che servono per neutralizzare le proposte bizzarre e fantasiose: come la stravagante idea di reclutare gli insegnanti in base al merito.