Così l’abito fa il ruolo. Èil fascino dell’uniforme
Giudici, avvocati, piloti, poliziotti, vigili urbani, steward e maggiordomi hanno a Milano il loro una manifattura dove dal 1923 la sartorialità italiana crea su misura le divise di tante professioni
Fraizzoli
La divisa? Ma non esiste più! » . « Oggi, tutti, ma proprio tutti, hanno addosso una divisa! » . Difficile immaginare due affermazioni più alternative di queste. Eppure non è difficile ascoltarle entrambe, di questi tempi. Allora ne parliamo con i massimi intenditori italiani del settore: i proprietari ( di fresca data) della milanese Fraizzoli ( nome insigne, peraltro, anche dal punto di vista calcistico). Perchè, forse, sono giuste tutt’e due le sentenze, basta intendersi. Ci arriviamo fra un po’, comunque. Prima bisogna seguire le tracce di una storia che inizia subito dopo la prima guerra mondiale. Durante, anzi, visto che il nome del protagonista si genera attraverso le cartoline militari, la corrispondenza fra un soldato al fronte e la moglie che lo aspetta, incinta, a Milano. Dalle trincee, infatti, scrive nel 1916 Leonardo Fraizzoli alla consorte Giuseppina: « Se nascerà un maschio lo chiamerai Vittorio. Se femmina Vittoria » . Lui, evidentemente, arde d’entusiasmo patriottico. Lei, invece, è sensibile altrimenti. Una sua carissima amica di fede socialista ha appena perso un figlio, che si chiamava significativamente Ivan. Giuseppina le vuol fare un amorevole omaggio senza sbilanciarsi, però, sul piano politico: è così che - previa comunicazione al consorte forse un po’ contrariato - all’anagrafe meneghina viene registrato il neonato Ivanoe Fraizzoli, nome che diverrà assai caro ai cuori dei tifosi interisti. Di nuovo, abbiamo anticipato i tempi. Bisogna tornare a Leonardo, che torna in città dopo la vittoria e la smobilitazione. I tempi sono turbolenti e difficili, lui si arrangia con un lavoro da commesso all’Unione Cooperativa, in via Meravigli, il primo grande emporio milanese che anticipa anche la Rinascente. Il posto da garzone, tuttavia, gli sta stretto. Il giovanotto è intraprendente e in poco tempo riesce a metter su una piccola società con degli amici. È il 1923 e nasce così la Fabbrica Italiana di Uniformi Civili. La sede è in via Ausonio 16 e il nome è significativo: la guerra ha segnato profondamente Leonardo, il settore delle divise gli sembra promettere buoni affari ma non vuole trattare nulla che gli evochi gli orrori delle trincee. A lungo produrrà