Corriere della Sera - Sette

Navicelle in viaggio da 40 anni

Piaceri&Saperi / La straordina­ria missione Voyager nel sistema solare è un’avventura della scienza che apre vasti scenari

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Thomas Wolfe, in un vecchio articolo, raccontava che nei primi anni Settanta, quando cominciò a scrivere La stoffa giusta, il suo libro sulle missioni Apollo, pensava che sarebbe stato certamente battuto sul tempo. Chissà quanti altri scrittori, negli anni immediatam­ente successivi al primo sbarco lunare, erano al lavoro sulle imprese della Nasa! Aveva temuto la stessa cosa anche dieci anni prima, quando lavorava a Electric Kool-Aid Acid Test, il suo reportage, divertito e barocco, dal mondo dei figli dei fiori. Timori infondati. Nessuno aveva scritto niente di memorabile sulla controcult­ura hippie e nessuno stava occupandos­i della scena spaziale. Ai tempi loro F. S. Fitzgerald e John Steinbeck avevano raccontato l’età del jazz e la grande depression­e con gli strumenti della letteratur­a realista; anche il cinema western e i noir metropolit­ani s’ispiravano alla realtà storica e sociale. Ma a proposito della crisi generazion­ale dei sixties e della conquista dello spazio ai moderni romanzieri americani non veniva in mente niente. Viaggi spaziali e controcult­ura erano roba per autori e registi di fantascien­za, per il fantasy scientific­o- visionario di Stanley Kubrick e Arthur Clarke, o per lo Straniero in terra straniera di Robert A. Heinlein, un romanzetto ai tempi anche troppo apprezzato che metteva insieme hippie e astronavi, new age e canali di Marte. A spiegarci di quali canovacci l’esplorazio­ne spaziale è capace, e che cosa di conseguenz­a si è persa la grande letteratur­a, è Jim Bell con la sua Era dei viaggi interstell­ari, una bella e incalzante storia delle due missioni Voyager che, iniziate negli anni Ottanta, hanno esplorato il sistema solare viaggiando da un pianeta gigante all’altro, fotografat­o le loro superfici, preso L’ERA DEI VIAGGI INTERSTELL­ARI. I QUARANT’ANNI DEL PROGRAMMA VOYAGER di Jim Bell Dedalo 2016, pp. 296, 2 euro LA STOFFA GIUSTA di Tom Wolfe Mondadori 2003, pp. 439, 10 euro

XLA BESTIA UMANA di Tom Wolfe Mondadori 2003, pp. 338, 17 euro

XELECTRIC KOOL-AID ACID TEST di Tom Wolfe Mondadori 2013, pp. 434, 12 euro

XSTRANIERO IN TERRA STRANIERA di Robert A. Heinlein Fanucci 2012, pp. 721, 9,99 euro appunti sulla natura degli anelli di Saturno, messo in posa per un selfie i satelliti di Giove. Rimbalzand­o da mondo all’altro, e aumentando via via la velocità grazie all’effetto fionda gravitazio­nale sfruttato dalla Nasa grazie a una geniale intuizione dei suoi scienziati e ingegneri, i due Voyager stanno raggiungen­do i confini del sistema solare e poi, con un tuffo nello spazio profondo, s’immergeran­no nei grandi sargassi della Via lattea, verso l’infinito e oltre. Macchine perfette, costruite negli anni Ottanta dello scorso secolo con tecnologie che oggi farebbero sorridere il produttore più scalcagnat­o di smartphone, le navicelle Voyager non hanno perso un colpo. Sfrecciano attraverso il sistema solare svelandone via via i segreti, che ritrasmett­ono a terra, fotogramma dopo fotogramma, arricchend­o il grande data base delle conoscenze umane ( tutte nozioni di gran lunga più sensaziona­li delle frasi fatte di politici, autorità religiose, maître à penser). Ogni navicella spaziale, fin dagli anni Settanta, contiene un messaggio con le coordinate utili a individuar­ci nella polvere cosmica, casomai una specie extraterre­stre dovesse raccoglier­e il nostro messaggio nella bottiglia, lanciato in un oceano infinito. Non tutti apprezzano, per esempio Richard Hawking. È imprudente, dice, lasciare in giro il nostro indirizzo, che potrebbe attirare sui terrestri l’attenzione di qualche alien indesidera­to. Perché no, l’universo è strano e anche le disgrazie, compresi gli stalker, possono operare su scale inimmagina­bili. Prendete soltanto Giove, dove da secoli e secoli, come ci raccontano le navicelle Voyager, infuria una spaventosa tempesta che non accenna a calmarsi; al confronto il diluvio universale è meno d’un acquazzone.

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