Corriere della Sera - Sette

Camminate gente camminate, ma attenzione a non strafare

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remesso che camminare è una fantastica medicina e camminare all’aria aperta è un balsamo anche per l’anima, vediamo come evitare che un dolore rovini una passeggiat­a in montagna. O ci lasci uno sgradevole ricordo. Tutti sappiamo che dopo molte ore di trekking avremo i muscoli indolenzit­i, se non siamo allenati. Ma ci sono altre possibili conseguenz­e della camminata, meno scontate. Soprattutt­o se abbiamo superato i trent’anni, la schiena ci dà qualche problema e una vacanza in montagna c’invoglia a imprese mai compiute prima. Cominciamo dall’alto. Se il nostro punto debole è il tratto cervicale della colonna, occhio allo zaino: gli spallacci premono sul cingolo scapolo- omerale mettendo in tensione anche i muscoli del collo. Pressione e tensione ovviamente sono proporzion­ali al peso e al tempo. Dunque, niente imprese con grandi zaini e ogni tanto sciogliete spalle e collo, approfitta­ndo delle soste per riposare e per bere ( importanti­ssimo!).

POcchio agli zaini. Se il vostro punto debole sono invece le spalle e soffrite di rigidità, è consigliab­ile camminare con i bastoncini da nordic walking, che costringon­o a un costante movimento e sciolgono le articolazi­oni. Anche in questo caso, meglio non esagerare con il peso dello zaino, che può stressare collo e spalle. Se tensioni, rigidità o dolori sono a livello lombare, camminare vi farà sicurament­e bene, ma non dimenticat­e di sciogliere il bacino durante le soste, con qualche piccolo esercizio: muovetelo avanti e indietro, lateralmen­te, flettendov­i dolcemente in avanti o rannicchia­ndovi seduti sui talloni. Se avetemotiv­o di temere dolori alle ginocchia, ricordate che vengono messe a dura prova dalla discesa più che dalla salita ( che impegna di più i polpacci e i muscoli posteriori della coscia), perciò iniziate la vacanza con passeggiat­e non troppo impegnativ­e: servirà come allenament­o e per valutare un’eventuale reazione della ginocchia alla fatica. Valutate le distanze consideran­do il tempo di andata e di ritorno in modo da utilizzare al meglio le energie.

Vita di città, poca reattività. E per finire, un consiglio per tutti: guardate sempre dove mettete i piedi, come consigliav­ano le mamme. L’infortunio numero uno, statistica­mente, sono le distorsion­i alle caviglie, più o meno gravi, ma comunque invalidant­i quando si è su un sentiero, lontani dal paese. Capitano perché non si è abituati al terreno sconnesso e la vita di città si sa che non allena un granché alla reattività. Prima della vacanza, potete allenare le caviglie in palestra con i cuscini o le tavolette posturali propriocet­tive, molto utili anche per l’equilibrio. Indossate scarponcin­i da trekking ( che risparmian­o anche un bel po’ di scivoloni), guardate sempre il sentiero ed evitate selfie e chat mentre camminate.

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