Palla al centro
/ La Supercoppa palestinese di calcio mette d’accordo Fatah e Hamas
Di prati verdi a Gaza ne crescono pochi, l’erba ben tenuta che circonda le lapidi del cimitero militare britannico e quella del campo dove si allena e gioca la squadra Shabab Khan Younis (i giovani di Khan Younis, la cittadina al centro della Striscia). Che quest’anno ha vinto il campionato locale e affronta l’Ahly al-Khalil di Hebron nella Supercoppa palestinese. Chi vince può partecipare alla Coppa d’Asia. La partita non ha solo valore sportivo: il primo incontro si svolge a Gaza, il secondo in Cisgiordania. Il calcio così riesce a realizzare quell’unità che le fazioni palestinesi non trovano, ancora divise dai dissidi tra il Fatah del presidente Abu Mazen e il movimento Hamas che domina su Gaza dal colpo militare del 2007. I giocatori cresciuti nel corridoio di sabbia chiuso tra il Mediterraneo e la barriera tirata su dagli israeliani si sono preparati alla sfida con un’amichevole contro le «Stelle» del posto, tra loro Abdelatif Al-Bahdari, capitano della nazionale palestinese esportato all’Hilal Al Quds. È solo il secondo anno che i palestinesi sono in grado di organizzare la Supercoppa e in qualche modo unire i due campionati. Jibril Rajoub, già potente capo della Sicurezza interna, guida adesso la federazione ed è riuscito a convincere – con una minaccia – gli israeliani, sono loro a dover concedere i permessi per il transito ai giocatori di Gaza. Al vertice annuale della Fifa, Rajoub era pronto a presentare una mozione per l’espulsione di Israele dall’organizzazione internazionale. Ha accettato un compromesso: in cambio della rinuncia all’interpellanza, ha ottenuto di poter allestire gli incontri tra i due territori separati. Per motivare gli atleti dello Shabab Khan Younis agli allenamenti ha partecipato anche Abdel Salam Haniyeh, figlio del capo di Hamas ed ex primo ministro palestinese. È il vice di Rajoub alla federazione: divisà a metà tra Fatah e Hamas come molte altre istituzioni palestinesi.