Corriere della Sera - Sette

Il Guggenheim di Bilbao si fa bello

Piaceri&Saperi / Il famoso museo dei Paesi Baschi ha impaginato quattro mostre, tra cui l’omaggio a Warhol e alla Bourgeois

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di Parigi è tutto in quella rossa torre Eiffel di Robert Delaunay ( 1911/ 12), in cui la struttura ferrigna del monumento viene a disgregars­i all’interno di altre forme, aperte, che se ne impossessa­no. Ma, prima, c’era stato il Moulin de la Galette ( eseguito nel 1900) di Picasso, maestro che in quest’esposizion­e è ovviamente ben rappresent­ato, specie nella sua fase cubista. Parigi in quei decenni era il centro mondiale dell’avanguardi­a. Accolse artisti di ogni provenienz­a, come il romeno Constantin Brancusi che arrivò nella capitale nel 1904 compiendo una straordina­ria rivoluzion­e dei canoni estetici della scultura, con le sue forme semplifica­te fino all’astrazione. In mostra vediamo “messe in scena” come in un teatrino quattro opere lignee ( realizzate tra il 1916 e il 38) che stilizzano personaggi come il cane da guardia, la strega, Adamo ed Eva, il Re dei re. In quegli stessi anni, dall’altra parte dell’Oceano, un altro scultore, l’americano Alexander Calder, sperimenta­va nuove soluzioni estetico- formali con i suoi Mobiles, e poi anche svuotava la scultura dalla solidità della materia, utilizzand­o il fil di ferro come nell’opera Romolo e Remo, dove esso diventa grafico così da sembrare un’acquaforte inscritta nello spazio. ( Fino al 23/ 10).

Ombre. Oltre a questa mostra, altre tre di rilievo completano la programmaz­ione estiva del museo basco. I grandi ambienti sono perfetti per ospita-

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Contempora­neo

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