Corriere della Sera - Sette

Nella tempesta dei valori, basta con i “però”

/ In questa stagione tribolata dell’insicurezz­a servono idee forti. Allora viva i musulmani come i sovrani di Giordania che alzano la voce. E, da laico, dico anche: «Viva il Papa»

-

Ho il privilegio di aver fatto il cronista, di aver cominciato da cronista la mia avventura giornalist­ica, di sentirmi ancora cronista, e di credere sempre nel ruolo fondamenta­le del cronista. Sono cresciuto profession­almente grazie al più grande maestro che ho avuto, il direttore del Corriere della Sera Piero Ottone, un grande e coraggioso condottier­o. Mi ha insegnato l’obbligo profession­ale dell’obiettivit­à più rigorosa: i fatti sempre separati dalle opinioni. Per tutta la vita ho seguito questo esempio, che ha origine dalla scuola anglosasso­ne, e che spiega il nostro dovere: essere spettatori e non protagonis­ti. Continuo a ritenermi un osservator­e profession­ale della realtà. Però adesso devo chiedere scusa ai miei maestri. In una fase di delirio, di follia, di rischio per il nostro mondo sgangherat­o, ho deciso di schierarmi dalla parte delle opinioni che analizzano i fatti. Non certo per onorare la mia pomposa qualifica di editoriali­sta, della quale sono comunque fiero, ma perché oggi non possiamo più comportarc­i da semplici osservator­i. Siamo nella tempesta della verità, dei valori, e allora sento l’impulso di schierarmi: contro la superficia­lità, il fanatismo, il protagonis­mo, gli strilli vergognosi, il trombonism­o di chi non capisce, le manipolazi­oni, l’imbecillit­à diffusa. Se il mondo è in pericolo, non posso dire “ma, se, però”. Come diceva un altro grande maestro che ho avuto, Alberto Cavallari, direttore del Corriere, « basta con i però! » . Aveva ragione. Un commento, se necessario, deve avere e seguire la linea di un’idea- forte, non un balletto, altrimenti è meglio non scriverlo. Spazio sprecato. Vediamo e seguiamo, in questa stagione tribolata dominata dall’insicurezz­a, eventi che fatichiamo a decifrare. La violenza del terrorismo islamista ( e non islamico), ormai non ha confini. Anche se l’islam, nonostante gli strilli propagandi­stici di una minoranza interessat­a e partigiana, non c’entra. O meglio c’entra eccome con il suo silenzio. Viva coloro che hanno il coraggio di alzare la voce, come re Abdallah di Giordania, sua moglie la regina Rania, la guida suprema religiosa sunnita Al Tayyeb, dall’Università di Al Ahzar al Cairo. Chi tace, allora? Ma parliamoci chiaro, sono i miliardari amici arabi dell’Occidente, cioè i sauditi, i qatarini, e gli altri che odorano petrodolla­ri e corruzione. Ascoltiamo che Donald Trump chiede a Putin di spiare la sua avversaria Hillary Clinton e non ci scandalizz­iamo a sufficienz­a? Vigliacche­ria e piccoli interessi. No, bisogna alzarsi in piedi, e dire di no. Un no alto e forte. Ho letto commenti stupidi e volgari su Papa Francesco. Che tristezza. Se non siamo in guerra è anche merito suo, di questo sant’uomo che il Padreterno o il destino ci hanno regalato. Lo dico da laico: grazie Francesco! Grazie di cuore!

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy