Nella roccia un messaggio indecifrabile
In un tempio immerso nella penombra, una figura, proveniente dal fondo, oscura la luce del sole che penetra da una feritoia. Più si avvicina e più scorgiamo vesti leggere che svolazzano, sembianze femminili, una cadenza giovanile dal portamento raffinato. Sembra un essere di un mondo lontano che per la prima volta cammina verso la conoscenza. La macchina da presa è posizionata in basso, ad inquadrare il pavimento di roccia intagliata. La donna si appropinqua portando con sé la messa a fuoco dei dettagli e rendendo visibili gli innumerevoli segni per terra. Non riusciamo a scorgerne il significato: sembrano lettere di una lingua primordiale o forse formule senza senso ad un occhio inesperto. La prospettiva non permette d’intuire altro. Giunta vicina a noi, la giovane s’inginocchia sulle pietre disegnate e incomincia ad accarezzarle. È come se avesse visto l’anima del suo amato, come se avesse colto in quei segni la sua essenza. Scorre la mano gentile sulla ruvida pietra per alimentare la memoria, per annullare l’assenza, per rinnovare la promessa d’amore. Ora le lacrime solcano il suo viso paralizzato dalla malinconia. Cerca invano di decifrare un messaggio per lei, di scalfire il lungo silenzio, ma nulla la conforta se non il flebile ricordo di chi ha lasciato quelle tracce per dare un senso all’infinito.