Cantiere
Una svolta: e un colossale trasforma la Capitale, anche nelle abitudini di vita quotidiana
C’è stato un tempo in cui si facevano imprese impossibili. C’è stato un tempo » . Inizia così, con queste parole in epigrafe il bel romanzo di Francesco Pinto ( I giorni dell’oro, Mondadori, Milano 2016). Duecentotrentasei pagine volano via veloci, al punto da sembrare una di quelle automobili spinte dei Sessanta. Quando era impensabile non cronometrare il tempo impiegato “da casello a casello”, quando i sorpassi erano azzardati al punto da finire raccontati in un film commedia dal finale tragico ( Il sorpasso, appunto), quando non era necessario accendere un mutuo per fare il pieno di benzina super, quando il domani esisteva anche nella consuetudine delle cambiali a significare “oggi non posso pagare tutto, ma domani sì”, quando la lira era una moneta forte lasciando stupiti i Paesi del mondo di fronte all’economia italiana ricostruita e risorta a quindici anni dalla Seconda guerra mondiale. Sono gli anni subito prima e subito dopo la XVII Olimpiade, l’Olimpiade di Roma, l’ultima Olimpiade dal volto umano. Pinto racconta la storia vera, facendo vivere le storie di tre personaggi di fantasia, inebriati da quelle atmosfere, già nel mito quando accadevano. Non scrivo per nostalgia: come tanti, ne coltivo in privato le emozioni. In pubblico mi limito a seguire la storia, necessaria per capire il futuro. La storia dovrebbe essere lo specchietto retrovisore delle nostre vite: poco ingombrante, ma indispensabile per ogni manovra, se si vuole andare avanti senza incidenti. « C’è stato un tempo in cui si facevano imprese impossibili. C’è stato un tempo » e in quel tempo ogni cosa andava al suo posto. Inizio dei Cinquanta: si parla della candidatura di Roma all’Olimpiade. L’ambiente non era così favorevole nei confronti di una nazione alleata della Germania nazista fino a pochi anni prima. Tollerati nell’Olimpiade di Londra del 1948, nel decennio nuovo ci facciamo avanti per poterla organizzare. Le perplessità si superano e la XVII Olimpiade si farà a Roma. Una manciata di anni per attrezzarsi. Un’impresa impossibile: eppure tutto andrà come doveva andare e oggi quell’edizione è nel mito. Roma diventa un cantiere colossale. Si deve fare bella, in attesa di essere guardata dal mondo: via quella patina di antico, ereditata dal dopoguerra e amplificata