Corriere della Sera - Sette

Se il sole batte dove la pelle è indifesa

Piaceri&Saperi / Spalmarsi creme protettive non serve se non si seguono alcune regole. Che aumentano per chi soffre di acne

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L’acne d’estate, grazie al sole, migliora. È vero o è mito da sfatare? Più il secondo che il primo, anche se qualche cosa di vero c’è. In effetti, la pelle acneica con il sole può migliorare, ma a condizione che il clima sia secco e che l’irraggiame­nto solare non sia eccessivo. In altre parole: prendere il sole a picco di mezzogiorn­o rischia di non far sparire affatto i brufoli, anzi. Il motivo è semplice: l’acne è una malattia infiammato­ria delle pelle e una stimolazio­ne “calorica” forte può aumentare lo stato infiammato­rio e portare a una recrudesce­nza del problema. Meglio il sole al mattino insomma. Visto che di sole estivo si parla, vale la pena anche ricordare che un fattore che potrebbe peggiorare l’acne al sole è l’uso di creme solari non adatte. Chi soffre di questa patologia dovrebbe sempre scegliere prodotti “pensati” per pelli acneiche o perlomeno seborroich­e, grasse. La scelta può essere fatta con l’aiuto del dermatolog­o ma anche del farmacista. Il consiglio di un esperto sarà utile anche per capire se si stanno usando ( o se si ha intenzione di usare) sostanze fotosensib­ilizzanti, capaci quindi, per esempio, di produrre macchie sulla pelle sotto l’azione dei raggi ultraviole­tti: si può trattare di farmaci, oppure di cosmetici, talvolta di profumi. Se si soffre già d’acne, meglio saperlo prima per non combinare troppi pasticci. Altro consiglio “estivo” per chi ha la pelle un po’ “brufolosa” è quello di evitare di fare sport quando fa molto caldo, perché il sudore non aiuta. Tornando ai solari, un consiglio che vale in particolar­e per chi ha problemi di pelle, ma anche per tutti gli altri, è di usarli bene, altrimenti può essere quasi peggio che non usarli affatto. Uno degli equivoci più diffusi è la valutazion­e del livello di protezione che possono garantire: il potere filtrante viene calcolato in laboratori­o consideran­do l’applicazio­ne di due milligramm­i di crema per centimetro quadrato di pelle, una quantità davvero notevole. Tradotto nella realtà corrispond­erebbe a circa 40 grammi per tutto il corpo, da spalmarsi ogni due ore circa. Poiché è ben difficile che le cose vadano davvero così, è chiaro che alla fine il reale fattore di protezione che abbiamo sulla pelle sarà molto inferiore a quello che pensiamo.

Attenzione Risultato: riteniamo spesso di essere molto più protetti di quanto lo siamo in realtà e questo può indurci a stare troppo sotto il sole. Non è l’unico errore: il solare va applicato ovunque, anche sui piedi, sulle orecchie, sul collo e sulle mani che spesso ne restano invece privi. Altro sbaglio molto comune: non usare protezione quando il tempo è nuvoloso: è sbagliato perché i raggi passano anche se non abbiamo la sensazione di calore sulla pelle. Un altro errore? Non riapplicar­e il solare dopo il bagno. Attenzione poi alla conservazi­one: i solari di buona qualità sono stabili alla luce e al caldo, ma è comunque meglio non lasciarli al sole e tenerli in borsa all’ombra quando si è in spiaggia. I prodotti dell’anno prima è meglio buttarli se sono stati aperti. Non ne abbiamo ancora abbastanza? Nessun problema: un errore che fanno in molti ( si stenta a crederci ma è così) è mettere il solare soltanto sui nei, mentre invece, paradossal­mente, è la pelle normale ad avere maggior bisogno di protezione. Infine, bisognereb­be spalmare il prodotto un po’ prima di esporsi al sole per lasciar assorbire bene il solare. Forse è il caso di smettere con gli errori, perché l’errore più grave sarebbe privarsi del sole, che se preso con le giuste precauzion­i e alle giuste dosi è un vero toccasana per la salute e anche per l’umore.

Unerrore comune? Non applicare il solaredopo il bagno. Oppure metterlo solo sui nei, chehanno menobisogn­o di protezione

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