Albione e l’incubo estivo
AFerragosto ci si possono permettere racconti fantasiosi: tanto si è sotto l’ombrellone o su un sentiero di montagna, poi si rientra e si torna a vivere l’affanno quotidiano. Ma bisogna partire dalla realtà perché, come ci sta insegnando da diversi mesi, è più adrenalinica e inattesa della fantasia. Me ne è venuto in mente uno, di racconto, chiacchierando con alcuni finanzieri italiani che vivono a Londra e leggendo i commenti – inesauribili – sugli effetti della Brexit dopo che il Regno Unito ha abbassato i tassi d’interesse per attenuare il rallentamento previsto dell’economia britannica. Povera Albione, dicono tutti, che ha commesso il più grave errore politico da che Elisabetta I è salita al trono, mezzo millennio fa, trovandosi a gestire la prima Brexit della storia, ovvero l’uscita dalla Chiesa cattolica romana, una sorta di Ue dell’epoca. Per la cronaca, in pochi decenni l’esile regina frantumò l’Invincibile Armada spagnola, simbolo del potere economico- commerciale dell’epoca e pose le fondamenta del più potente impero globale dalla caduta di quello romano. Noi, in continente, ci preoccupiamo per loro, immaginando un’isola alla deriva verso le gelide acque del Nord, lontana dal tepore europeo. Guardiamo alle apparenze, naturale, e ci autoconsoliamo. Ma se tra qualche anno scoprissimo che già da mesi la Gran Bretagna tratta segretamente accordi commerciali con gli Stati Uniti e che la Brexit ha solo bruciato i tempi creando qualche inciampo? Se scoprissimo che il progetto finale è la creazione di un nuovo Commonwealth con Usa, Canada, Australia, India e altre nazioni affini, con la rifondazione di un capitalismo socialconservatore più snello che piaccia anche a cinesi, russi e fondi sovrani? L’Europa è un importante mercato di sbocco ma sempre più saturo, affannato, complicato, litigioso, immobile. Il resto del mondo, invece... Fantasie da solleone, mi rendo conto, ma in Inghilterra piove spesso e il clima suggerisce progetti a lungo termine. Da questa parte della Manica, invece, nulla si muove, né si immagina. Impiombati sulle posizioni tedesche ( meno salde di un tempo), con una Francia esausta, una Spagna ingovernabile, un Oriente impaurito, a ragione, dagli starnuti di Putin, una Grecia dimenticata e un’Italia che in autunno potrebbe inaugurare un governo “balneare” per ripensare una legge elettorale e poter andare alle elezioni del 2018 disinnescando la possibilità di ritrovarsi un premier alla Virginia Raggi. Peggio, siamo qui a discutere se la Turchia debba continuare il suo processo di adesione alla Ue o meno, con quel che accade sotto il sole del Mar di Marmara. Allora mi viene un sospetto: è la Gran Bretagna alla deriva nel Mare del Nord o l’Europa prossima a incagliarsi nel Nord Africa? Oddio, volevo imbastire un racconto e mi accorgo di essere scivolato in un incubo. Speriamo di risvegliarci. Buon Ferragosto.
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