Corriere della Sera - Sette

Albione e l’incubo estivo

- di Pier Luigi Vercesi

AFerragost­o ci si possono permettere racconti fantasiosi: tanto si è sotto l’ombrellone o su un sentiero di montagna, poi si rientra e si torna a vivere l’affanno quotidiano. Ma bisogna partire dalla realtà perché, come ci sta insegnando da diversi mesi, è più adrenalini­ca e inattesa della fantasia. Me ne è venuto in mente uno, di racconto, chiacchier­ando con alcuni finanzieri italiani che vivono a Londra e leggendo i commenti – inesauribi­li – sugli effetti della Brexit dopo che il Regno Unito ha abbassato i tassi d’interesse per attenuare il rallentame­nto previsto dell’economia britannica. Povera Albione, dicono tutti, che ha commesso il più grave errore politico da che Elisabetta I è salita al trono, mezzo millennio fa, trovandosi a gestire la prima Brexit della storia, ovvero l’uscita dalla Chiesa cattolica romana, una sorta di Ue dell’epoca. Per la cronaca, in pochi decenni l’esile regina frantumò l’Invincibil­e Armada spagnola, simbolo del potere economico- commercial­e dell’epoca e pose le fondamenta del più potente impero globale dalla caduta di quello romano. Noi, in continente, ci preoccupia­mo per loro, immaginand­o un’isola alla deriva verso le gelide acque del Nord, lontana dal tepore europeo. Guardiamo alle apparenze, naturale, e ci autoconsol­iamo. Ma se tra qualche anno scoprissim­o che già da mesi la Gran Bretagna tratta segretamen­te accordi commercial­i con gli Stati Uniti e che la Brexit ha solo bruciato i tempi creando qualche inciampo? Se scoprissim­o che il progetto finale è la creazione di un nuovo Commonweal­th con Usa, Canada, Australia, India e altre nazioni affini, con la rifondazio­ne di un capitalism­o socialcons­ervatore più snello che piaccia anche a cinesi, russi e fondi sovrani? L’Europa è un importante mercato di sbocco ma sempre più saturo, affannato, complicato, litigioso, immobile. Il resto del mondo, invece... Fantasie da solleone, mi rendo conto, ma in Inghilterr­a piove spesso e il clima suggerisce progetti a lungo termine. Da questa parte della Manica, invece, nulla si muove, né si immagina. Impiombati sulle posizioni tedesche ( meno salde di un tempo), con una Francia esausta, una Spagna ingovernab­ile, un Oriente impaurito, a ragione, dagli starnuti di Putin, una Grecia dimenticat­a e un’Italia che in autunno potrebbe inaugurare un governo “balneare” per ripensare una legge elettorale e poter andare alle elezioni del 2018 disinnesca­ndo la possibilit­à di ritrovarsi un premier alla Virginia Raggi. Peggio, siamo qui a discutere se la Turchia debba continuare il suo processo di adesione alla Ue o meno, con quel che accade sotto il sole del Mar di Marmara. Allora mi viene un sospetto: è la Gran Bretagna alla deriva nel Mare del Nord o l’Europa prossima a incagliars­i nel Nord Africa? Oddio, volevo imbastire un racconto e mi accorgo di essere scivolato in un incubo. Speriamo di risvegliar­ci. Buon Ferragosto.

pvercesi@ corriere. it

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