Pasti per posta riciclabili
Consegnato il cibo, il postino torna a ritirare le confezioni per riusarle
Nell’America delle grandi metropoli le famiglie nelle quali si cucina non sono molte. Per quelle con poche disponibilità economiche l’alternativa è il cibo-spazzatura dei fast food o quello surgelato dei supermercati che fa un rapido passaggio dal forno a microonde. Da qualche anno, però, per chi è disposto a mettersi alla prova ai fornelli e guadagna bene, c’è l’alternativa del “meal kit”. Società come Blue Apron, Hello Fresh e Home Chef ti spediscono a casa tutto l’occorrente per preparare il piatto che hai scelto dal loro menù, per quattro o sei persone. Tutte dosi giuste al grammo o al centilitro: carne, spezie, olio, salsa e contorni nel caso, ad esempio, di una scaloppina o di un pollo cucinato in modo esotico. E poi minuziose istruzioni su modi e tempi di cottura e una promessa sottintesa: anche il più imbranato con noi può diventare un discreto chef. L’industria del pasto spedito per posta negli Usa è in forte espansione, tanto che ormai sono una cinquantina le aziende che si contendono questo mercato: ci sono anche Plated e imprese specializzate come Purple Carrot, concentrata su cibi rigorosamente vegan o Peach Dish, che offre solo cucina del sud degli Stati Uniti. Il pubblico gradisce, ma è alle prese con un problema che, poi, è diventato anche il business più grosso del settore: quello dell’enorme quantità di scatole e buste di plastica necessaria per confezionare un pasto nel quale ogni ingrediente deve essere tenuto separato dagli altri e conservato alla giusta temperatura. I clienti hanno ben presto scoperto che col pasto “su misura” non si sprecava cibo, ma in compenso si accumulavano scarti di imballaggi su scala industriale. La risposta l’ha trovata Michael Lippold, con la sua Fresh Realm, che ha creato delle scatole cubiche di poliuretano dotate di cassetti e piatti metallici per conservare le temperature. Confezioni riutilizzabili: consegnato il pasto, il postino FedEx torna a ritirare la scatola che, nell’impianto di FreshRealm viene pulita, disinfettata e rimandata alle società dei “meal kit”. È così che Lippold ha messo su un business delle scatole ancora più grosso di quello dei fornitori del cibo che le riempie. E si è guadagnata anche la loro gratitudine: le confezioni riciclabili tranquillizzano gli ambientalisti che erano già pronti sul sentiero di guerra.