Storie di scienza nei giardini
Araccontare le meraviglie di una delle prime prestigiose oasi verdi della storia, i giardini pensili di Babilonia, è stato l’astronomo babilonese Beroso Caldeo contemporaneo di Alessandro Magno. Il suo interesse non era un caso, perché da allora ognuna di queste opere ricordate in particolare per i loro aspetti estetici sono prima di tutto dei luoghi preziosi della botanica. Visitarli, dunque, con l’occhio aperto alla curiosità scientifica può essere ancora più interessante. Se i giardini inglesi, a cominciare dai celebri Kew Gardens londinesi, hanno la prevalenza come modello sotto ogni aspetto, molti altri si confrontano con altrettanto valore. A cominciare dal giardino italiano del Rinascimento che si può ammirare camminando al Belvedere di Bramante e a Villa Adriana. Tutti appaiono come libri che raccontano la storia della concezione del paesaggio, dell’urbanistica, dell’esplorazione, della scoperta, oltre che della rarità vegetale. Un insieme che ha favorito anche la nascita di storie contradditorie come racconta Guido Giubbini, fondatore del Museo di arte contemporanea di Genova, portandoci con la fantasia tra gli arbusti di alcune nicchie floreali più affascinanti della Terra essa stessa definita da alcuni naturalisti “giardino planetario” da conservare.