Io, sassofonista mancato, sulle note di Summertime
/ Abbiamo chiesto a MILO MANARA di raccontare i 10 brani musicali che hanno segnato la sua vita
Maestro dell’erotismo, stile pulito e impeccabile, conosciuto in Italia e all’estero per il fascino delle sue tavole, Milo Manara ( 1945) è la bandiera del fumetto italiano. Ha conseguito nel 2016 il Cartoomics Artists Award. Le sue eroine a colori sono donne volitive, combattive, sensuali ma mai volgari ( « Non ho mai disegnato un amplesso. Non mi viene in mente nulla di meno interessante » ) . Moltissimi i suoi libri: dalle primissime narrazioni, di carattere storico e biografico, per seguire con alcune incursioni nel fumetto popolare d’autore, fino alle grandi tavole d’avventura ( famosissimi i suoi personaggi Hp, che ricorda il suo maestro e mentore Hugo Pratt, la giornalista Miele simile a Kim Basinger, e Valentino che celebra con il fumetto Quarantasei le imprese del motociclista). Ha avuto colti estimatori come Umberto Eco, Federico Fellini, Oreste del Buono, Pedro Almodòvar, Robert Altman. Alle critiche maliziose risponde con birichina innocenza: « Il camionista non si attacca sul camion un quadro di Rauschemberg o di Jasper Johns, si attacca una bella pin- up » . Disegna anche per beneficenza ( « Ogni tanto le suore dell’asilo di Sant’Ambrogio di Verona mi chiedono qualcosa… » ) . All’età dei vent’anni suonavo il sassofono per le strade insieme a un giovane amico chitarrista. Avevo un discreto successo tra i carri del Carnevale e le feste della Matricola. Tra i brani di battaglia spiccavano Summertime e De Guella e spesso ho anche pensato al bivio tra la carriera del musicista e quella del disegnatore. Poi è prevalsa la matita, ma ancora oggi ho nostalgia per quelle note e afferro il clarinetto (il sassofono l’ho dismesso per carenza di fiato) attaccando l’incipit del grande Gershwin.